Pandemia Diabete

maculopatia

Pandemia Diabete

Secondo i più recenti dati epidemiologici presentati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità stiamo andando incontro a una vera e propria pandemia di diabete. In crescita esponenziale  sono anche le complicanze più gravi e cioè la maculopatia e la retinopatia diabetiche. Anche la situazione italiana denuncia uno stato di crisi allarmante e di fronte a questa realtà il Centro Ambrosiano Oftalmico e l’Ospedale San Raffaele di Milano hanno commissionato una grande indagine nazionale sulla conoscenza degli italiani riguardo le complicanze del diabete e i cui risultati vengono presentati. L’indagine demoscopica precede la campagna del Mese della Prevenzione della Retino e Maculopatia Diabetiche che verrà realizzata con il patrocinio del Ministero della Salute a febbraio 2019  su tutto il territorio nazionale e che vedrà coinvolti oltre 25 centri oculistici di eccellenza e decine di specialisti a disposizione per visite e diagnosi gratuite. La campagna di prevenzione utilizzerà un nuovo strumento di indagine frutto delle prodigiose ricerche dell’intelligenza artificiale che stanno rivoluzionando il mondo della medicina.

Rischio cecità.

Il diabete è una patologia cronica – non si guarisce – e “sistemica” ossia colpisce tutto l’organismo: occhi, reni, cuore, vasi sanguigni e nervi periferici. L’occhio è l’organo più a rischio e, soprattutto, lo è la retina, la sua parte più nobile dove hanno sede i recettori della luce. Tra le complicanze più gravi e frequenti del diabete c’è infatti la retinopatia diabetica:, come detto tra le principali cause di ipovisione e cecità, soprattutto nei soggetti in età lavorativa cioè quelli tra i 20 e i 65 anni che abitano nei Paesi industrializzati.

«I dati epidemiologici oggi disponibili, spiega Lucio Buratto, direttore scientifico del Centro Ambrosiano Oftalmico, indicano che la retinopatia diabetica si riscontra in circa un terzo dei pazienti diabetici e nel 2% dei soggetti è presente una forma grave di tale complicanza». Una meta-analisi basata sugli studi condotti in 14 Paesi tra il 1990 e il 2012, ha rilevato che la retinopatia diabetica è la causa principale di cecità e di gravi deficit visivi. Un altro studio (Leasther Diabetes Care, 2016) ha evidenziato come anche la retinopatia diabetica sia in forte aumento: dal 1990 al 2010 ha causato un incremento di cecità del 27% (e del 64% di gravi difetti visivi). I dati assoluti confermano la gravità della patologia:

  • su 32 milioni di persone cieche nel mondo, i casi dovuti alla retinopatia diabetica superano le 900mila unità;

  • 191 milioni di persone hanno gravi deficit visivi da retinopatia diabetica.

L’esame che salva dalla cecità.

La retinopatia diabetica è una condizione patologica altamente invalidante i cui i sintomi spesso compaiono tardivamente, quando le lesioni sono in fase avanzata e le possibilità di trattamento sono ridotte. Anche in assenza di sintomi chi è diabetico si deve sottoporre con una certa periodicità a visite oculistiche che prevedono l’esame del fondo oculare e l’OCT (Tomografia a Coerenza Ottica), un esame molto accurato e non invasivo, che richiede meno di due minuti, che non dà falsi positivi, né falsi negativi. «è cruciale fare l’OCT- spiega il professor Francesco Bandello, Ordinario di Oftalmologia, Ospedale San Raffaele di Milano – perché è il mezzo che permette una diagnosi precisa ma soprattutto è indispensabile fare l’esame precocemente, alle prime avvisaglie dei sintomi della malattia. Come sempre in medicina è la prevenzione la strada della salute».

Screening precoci.

I programmi di screening ed i trattamenti precoci per la retinopatia diabetica consentono di ridurre in maniera significativa le gravi complicanze visive e i casi di ricovero. I dati a disposizione fanno ritenere che una diagnosi tempestiva e trattamenti appropriati ridurrebbero del 50-70% i casi di grave compromissione visiva a causa del diabete. Tuttavia, rimane ancora troppo elevato il numero di pazienti colpiti dalle complicanze più gravi della retinopatia diabetica.

 

Stefania Bortolotti

 

 

 

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