La cecità del non fare

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La cecità del non fare

Cecità e ipovisione, più di tre milioni gli italiani colpiti da patologie della retina e del nervo ottico. Purtroppo queste patologie sono state fortemente sottovalutate nonostante il loro impatto sulla qualità della vita delle persone e sui relativi costi sociosanitari.

Urgono coraggiose scelte di politica sanitaria che determinino interventi in linea con le indicazioni da tempo fornite dalla comunità scientifica internazionale.

IAPB Italia Onlus ( www.iapb.it ) ha assunto consapevolezza dando vita a un Intergruppo Parlamentare.

A questo proposito è stato presentato nei giorni a Roma alla Camera dei Deputati l’Intergruppo Parlamentare per la Tutela della Vista.

L’iniziativa è stata presa da un gruppo di Senatori e Deputati appartenenti a diversi schieramenti politici, anche a seguito di una serie di iniziative di sensibilizzazione promosse dall’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità – IAPB Italia onlus, che ha effettuato uno screening delle patologie ottico-retiniche presso i due rami del Parlamento.

Sono ben più di tre milioni gli italiani colpiti da malattie della vista che interessano la retina e il nervo ottico: retinopatia diabetica, glaucoma e maculopatia che, nel loro insieme, anche a causa della loro tendenza ad una ulteriore diffusione per l’invecchiamento della popolazione, lasciano intravedere in un futuro non lontano minacciosi scenari per quanto riguarda la qualità della vita degli italiani e la sostenibilità della spesa sanitaria.

In questo quadro, l’elemento di maggior preoccupazione è il fatto che queste tre patologie non sono ancora contrastate in modo efficace: la mancata esecuzione di screening periodici, il limitato accesso a percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali e il problema delle liste d’attesa producono ritardi diagnostici e trattamenti tardivi che conseguentemente possono risultare inadeguati.

“Occorre agire con determinazione – ha dichiarato l’Onorevole Paolo Russo, Presidente dell’Intergruppo parlamentare ed egli stesso oculista – intervenendo anche sul piano legislativo e la risposta può venire solo dal fatto di promuovere l’adozione di scelte di politica sanitaria che rendano possibili nuovi modelli gestionali – sistematici e strutturali – che consentano di affrontare questo specifico ambito sanitario secondo le indicazioni e i suggerimenti della comunità scientifica internazionale. Considerando che nel nostro Paese abbiamo potenzialità e competenze scientifico-tecnologiche non comuni, che vanno comunque messe a sistema in modo sinergico – ha proseguito – non intervenire sarebbe una grave colpa”.

Gli ambiti nei quali l’Intergruppo opererà sono essenzialmente quattro:

-promozione di politiche sanitarie che pongano la tutela della vista e la prevenzione delle patologie oculari e della cecità al centro dell’agenda sanitaria del Paese;

-varo di iniziative di carattere legislativo e politico in grado di sollecitare Governo e Regioni verso l’adozione di provvedimenti che possano garantire a tutti i cittadini e su tutto il territorio una miglior prevenzione e una miglior cura delle patologie oculari, nonché l’accesso ai servizi di riabilitazione visiva;

-creazione di favorevoli condizioni per una più ampia adozione delle attività di screening atte a conseguire un miglioramento dei livelli di assistenza e una riduzione dei costi per il Servizio Sanitario Nazionale;

-dare impulso ad iniziative di standardizzazione e centralizzazione dei dati clinici che consentano di ottimizzare conoscenze e sinergie tra le diverse strutture sanitarie del Paese.

Organismo consulenziale tecnico dell’Intergruppo Parlamentare sarà la stessa Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità – IAPB Italia onlus, che è già fortemente impegnata in numerose iniziative di sensibilizzazione e che, al di là di quanto già fatto presso Camera e Senato, si appresta a varare altri progetti su scala nazionale con il supporto della rivista di politica sanitaria Italian Health Policy Brief (IHPB).

“La prevenzione – ha dichiarato l’avvocato Giuseppe Castronovo, Presidente di IAPB Italia onlus – è un dovere di ogni persona: tra l’altro consente di evitare molte malattie oculari e notevoli sofferenze, oltre che un aggravio importante di spesa pubblica. Per questo i cittadini devono recarsi periodicamente dall’oculista e portarci i propri figli. Come diceva Leonardo da Vinci la vista è il signore dei sensi. Per questo non dobbiamo mai trascurarla: solo così potremo avere sempre luce nella vita”.

L’affermarsi di nuovi e più efficaci paradigmi gestionali per le patologie ottico-retiniche potrebbe produrre salutari contributi alla sostenibilità della spesa sanitaria. A titolo di esempio, basterà ricordare che, secondo uno studio prospettico elaborato nel 2017 dal CEIS (Centre for Economic and International Studies-Università di Roma Tor Vergata), la retinopatia diabetica, in assenza di un miglioramento del quadro assistenziale, genererà un aumento della spesa sanitaria di 4,2 miliardi di euro nel periodo 2015-2030.

“La ricerca è impegnata su vari fronti e qualche risultato lo ha già dato – ha sottolineato il Professor Filippo Cruciani, referente scientifico di IAPB Italia onlus – ma ciò su cui bisogna soprattutto puntare è la prevenzione sia primaria che secondaria. Primaria – ha proseguito – vuol dire sostanzialmente stile di vita mentre la secondaria consiste nella diagnosi precoce, quando la malattia è ancora allo stato asintomatico; purtroppo l’attitudine alla prevenzione è ancora molto bassa nel nostro Paese”.

Proprio in materia di scarsa attenzione alla prevenzione una conferma è venuta anche dallo screening della retina promosso presso il Senato della Repubblica e la Camera dei Deputati dall’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità – IAPB Italia onlus: “ … dei parlamentari che si sono sottoposti agli esami – ha commentato il Dottor Marco Verolino, responsabile oculistica Ospedali Riuniti Area Vesuviana – ASL Napoli 3 Sud, che dell’indagine è stato il coordinatore –  è risultato che il 65 per cento non  esegue una visita oculistica completa di fondo oculare con regolarità una volta l’anno e  che il 35 per cento ha eseguito un esame del fondo oculare solo a seguito di disturbi visivi. Se si considera ha proseguito – che, in questo caso, si tratta di un segmento di persone che, per diverse ragioni, dovrebbe essere particolarmente avvertito, possiamo comprendere quanto ancora resti da fare in materia di prevenzione”.

 

Stefania Bortolotti

 

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