“Nanda Vigo. Light Project”. Da Zero a infinito

Nanda Vigo

“Nanda Vigo. Light Project”. Da Zero a infinito

Nanda Vigo ritorna a Palazzo Reale, a Milano, ora da protagonista, con un’importante mostra celebrativa della sua ultra cinquantennale ricerca artistica. Nel 1997 aveva curato, da architetto, l’allestimento della Mostra su Piero Manzoni (1933-1963), che le era valso il Premio Koiné.

Il titolo della mostra antologica è Light Project, progetto luce, un progetto espositivo, che rappresenta sinteticamente le due facce in cui si concentra l’attività artistica della Vigo: quella di artista e quella di architetto.

Promossa dal Comune di Milano – Cultura, in collaborazione con l’Archivio Fernanda Vigo, a cura di Marco Meneguzzo, vengono presentate ottanta opere, tra progetti, sculture, installazioni. Dagli esordi, alla fine degli anni Cinquanta, sino alle esperienze più attuali.

Protagonista del clima culturale milanese degli anni Sessanta, l’artista inizia a realizzare i suoi “Cronotopi” dal 1962, in sintonia con lo spirito di “ZERO”, gruppo transnazionale di artisti tedeschi, olandesi, francesi, belgi, svizzeri e italiani, al quale prende parte.

L’artista elabora una ricerca incentrata sulla luce, la trasparenza, l’immaterialità, costituenti l’opera e lo stesso ambiente abitato dall’essere umano e di cui i “cronotopi” sono la concretizzazione artistica.

Fulcro del percorso espositivo è un affascinante ambiente cronotopico, che occupa l’intera stanza degli specchi.

“Cronotopo”, che significa “tempo spazio”, in fisica si intende la struttura quadridimensionale dell’universo. Esso è composto da quattro dimensioni, le tre dello spazio e il tempo, e rappresenta il “palcoscenico” dei fenomeni fisici dell’universo.

Cronotopo

Cronotopo

Uno chassis metallico racchiude vetri industriali, talvolta illuminati da neon, attraverso i quali la luce penetra e si manifesta allo sguardo, metafora della leggerezza, della mutazione, dell’immaterialità spirituale dell’arte e della sua percezione. Prendono le forme di veri e propri ambienti e di specchi inclinati e tagliati in modo da riflettere una impensata visione della realtà, mentre continua il lavoro di progettazione di design e di architettura (si ricorda la sua collaborazione con Gio Ponti per la “Casa sotto la foglia” a Malo –Vicenza-, del 1965 e la realizzazione, uno dei progetti più spettacolari, del “Museo Remo Brindisi” a Lido di Spina, in provincia di Ferrara, del 1967).

Dopo essersi laureata all’Institut Polytechnique di Lausanne e un importante stage a San Francisco, Nanda Vigo, nel 1959, apre il proprio Studio a Milano.

Il suo contributo artistico trova linfa in un ambiente culturale avanguardistico.  Il tema essenziale della sua arte diventa il conflitto/armonia tra luce e spazio, che l’artista utilizza anche come architetto o design.

Dal 1959 frequenta lo Studio di Lucio Fontana (1899-1968), con cui collabora per progetti di installazione ambientale, poi si avvicina agli artisti che avevano fondato la Galleria Azimut: Piero Manzoni (1933-1963) ed Enrico Castellani (1930-2017). In quel periodo effettua diversi viaggi per le mostre in tutta Europa, conosce gli artisti e i luoghi del “Movimento Zero”, in Germania, Olanda, Francia.

Nel 1976 Nanda vince il 1° premio St. Gobain per il design del vetro. Da aprile 2013 alcune sue opere sono presenti nella collezione del Ministero degli Affari Esteri e nel 2014 espone al Guggenheim Museum di New York nella retrospettiva dedicata a “Zero”.Nanda Vigo

Quello che contraddistingue la sua vivace carriera è la particolare attenzione e la costante ricerca di nuovi linguaggi che la spingono ad aprire collaborazioni con i personaggi più significativi del nostro tempo e a intraprendere numerosi progetti volti alla valorizzazione dell’Arte, come la Mostra “Italian Zero & avantgarde 60’ al MAMM Museum di Mosca nel 2011.

Nanda tiene a sottolineare che nel 2018 realizza per il MAXXI di Roma in collaborazione con Alcantara la mostra Arch/arcology e inaugura la mostra personale presso la Galleria San Fedele di Milano dal titolo “Sky Tracks” e “Global Chronotopic Experience” nello Spazio San Celso di Milano e le mostre collettive “Welt ohne Auβnen – Immersive Spaces since the 1960s al “Martin- Gropius-Bau” di Berlino.

In occasione della mostra è in corso di pubblicazione una monografia sull’opera di Nanda Vigo, a cura di Marco Meneguzzo, edita da Silvana Editoriale che raccoglie la più esaustiva antologia critica sull’artista realizzata fino ad ora.

“Nanda Vigo. Ligth Project”

23 luglio – 29 settembre 2019

Palazzo Reale, primo piano, piazza Duomo 12, Milano

Lunedì ore 14,30-19,30 martedì, mercoledì, venerdì, domenica 9,30-19,30

Giovedì e sabato ore 9,30-22,30

Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura

Ingresso libero

Per informazioni: www.palazzorealemilano.it  –  www.nandavigo.com

 

Judith Maffeis Sala

 

 

 

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