#ParliamoDiDiabete: 1 italiano su 60 non sa di averlo e 3 su 10 hanno già complicanze

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#ParliamoDiDiabete: 1 italiano su 60 non sa di averlo e 3 su 10 hanno già complicanze

#ParliamoDiDiabete: 1 italiano su 60 non sa di averlo e 3 su 10 hanno già complicanze

Preoccupano i casi italiani di diabete che negli ultimi 30 anni sono più che raddoppiati (1 ogni 12). Allarmano soprattutto i risultati di uno studio sulle condizioni dei neo-diagnosticati che per il 30% sono già critiche. Esperti e pazienti hanno spiegato al 40° Meeting Salute di Rimini come individuare i segnali e come sia possibile intervenire precocemente abbattendo in sicurezza i 60 minuti al giorno dedicati a gestire la malattia.

Combattere innanzitutto il silenzio, soprattutto se nasconde indizi asintomatici che però sono rilevatori di una malattia dagli esordi subdoli come il diabete. È questo l’obiettivo dell’incontro #ParliamoDiDiabete aperto al pubblico c/o Meeting Salute di Rimini venerdì 23 agosto.

Si infoltiscono sempre più le fila dei casi italiani di diabete che nel 1985 erano circa 1 milione e mezzo  e che oggi hanno raggiunto i 5 milioni. Un dato esponenziale destinato a crescere che non si sta rivelando indicatore di un processo di prevenzione e individuazione di persone con diabete, visto che non conteggia l’altro milione di italiani che non sanno di essere già malati. Il fattore tempo si conferma discriminante al punto da penalizzare già il 30% di queste persone, che riportano complicanze micro o macrovascolari, dato allarmante confermato da uno studio2 che ha coinvolto 7mila pazienti.

I numeri dello studio devono contribuire a estendere il “sospetto” che proprio 1 paziente su 60 che si rivolge a noi è una sicura diagnosi precoce di diabete. Abbiamo strumenti e strutture in grado di poter intervenire in tempo più che utile – ha spiegato il relatore del Meeting Walter MARROCCO, Responsabile Scientifico della Federazione Italiana Medici di Medicina Generale – e accompagnare il paziente fin da subito nel difficile e lungo percorso che il diabete comporta; indubbiamente è tuttavia auspicabile un maggior riconoscimento e continuo sostegno da parte delle Istituzioni”. 

Una volta diagnosticato, entra in gioco il ruolo di chi dovrà gestire la malattia. La precocità dell’intervento permette anche un’importante pianificazione della terapia nel tempo e, grazie ai successi della ricerca, di condurre una vita più serena.

La vera sfida di noi diabetologi e dei colleghi di medicina generale è responsabilizzare i pazienti alla gestione quotidiana del diabete – ha precisato Riccardo FORNENGO dell’ASL TO4 Chivasso Piemonte, Consigliere Nazionale dell’Associazione Medici Diabetologi – una patologia cronica spesso asintomatica e che se non curata ha un enorme impatto sulla qualità e sull’aspettativa di vita delle persone. Una sfida che può essere affrontata solo assieme”.

Molti gli argomenti affrontati nel corso dell’incontro #ParliamoDiDiabete, che hanno spaziato dagli effetti paradossali e collaterali della cronicità (ora sto bene, allora non mi curo più…), alle “bufale” più diffuse (ho un po’ di diabete, non posso più mangiare dolci…) fino alle ultime innovazioni farmacologiche e tecnologiche.

Le tecnologie possono accompagnare il cambiamento rendendo la gestione del diabete meno “pesante” oltre a offrire un miglioramento clinico – ha continuato Fornengo – ll livello di precisione dei device a disposizione ha segnato un cambiamento epocale nella gestione del diabete. Spiego sempre che ora possiamo addirittura “indossare” i dispositivi viste le dimensioni molto ridotte, la mancanza di fili, tubi e cateteri, evitando le punture quotidiane alle dita e le iniezioni ripetute. Ritengo corretto che il paziente debba essere informato e aggiornato e ringrazio di poterlo fare anche in questa importante occasione.

Anche in campo scientifico – ha concluso Fornengo – sta crescendo l’interesse e la necessità di dimostrare il livello di efficacia di questi dispositivi e dei cambiamenti che comportano in termini di qualità di vita. In uno dei più recenti registri su quasi 2 mila pazienti adulti e pediatrici in terapia, l’uso di due nuove tecnologie semplici da usare ma di alto profilo tecnologico ha dimostrato un controllo glicemico superiore rispetto a quello osservato nel registro nazionale americano”.

Un’occasione preziosa, quella offerta dal Meeting Salute e accolta da Theras Group, che ha affrontato un argomento così delicato e ampio come quello del diabete.

 

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