Memos, l’incantesimo della preziosità

Memos

Memos, l’incantesimo della preziosità

Memos, parola incisiva e ampia è il titolo dello straordinario evento ospitato a Milano dal Museo Poldi Pezzoli sino al 4 maggio.

Memos. A proposito della moda in questo millennio, è un progetto in forma di mostra e di catalogo che induce a una serie di riflessioni sulla moda contemporanea, sulle sue qualità e sui suoi attributi.Memos Poldi Pezzoli

Realizzata dalla CNMI (Camera Nazionale della Moda Italiana), con il supporto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e ICE Agenzia e del Comune di Milano, con la partecipazione di Tendercapital, è curata da Maria Luisa Frisa e Judith Clark.

La rassegna si sviluppa rifacendosi alle Lezioni Americane di Italo Calvino, note anche come Six Memos for the Next Millennium, ovvero, Sei proposte per il prossimo millennio.

Italo Calvino avrebbe dovuto tenere queste sei lezioni all’Università di Havard,  nell’ambito delle prestigiose Poetry Lectures, intitolate al dantista e storico dell’arte Charles Eliot Norton, tuttavia morì prematuramente.

Il saggio di Calvino venne pubblicato postumo nel 1988 a cura della moglie Esther Judith Singer.

L’intellettuale italiano Calvino, di grande impegno politico, civile e culturale così affermava: << Chi è ciascuno di noi se non una combinatoria di esperienze, di informazioni, di letture, di immaginazioni? Ogni vita è un’enciclopedia, una biblioteca, un inventario di oggetti, un campionario di stili, dove tutto può essere continuamente rimescolato e riordinato in tutti i modi possibili.>>

Quanto espresso da Italo Calvino ci induce a una riflessione: può la moda nella sua complessità, come industria culturale e sistema di comunicazione essere considerata pratica scientifica e poetica, e quindi naturalmente letteraria?

Il percorso espositivo suggerisce al visitatore una riflessione sulla curatela della moda, sulla capacità di gestire i diversi prodotti, gli oggetti, le immagini e le parole.

Maria Luisa Frisa argomenta sulla pratica del fashion curating e concepisce la mostra coinvolgendo Judith Clark per l’exhibition making e Stefano Tonchi con un progetto visuale.

Il Museo Poldi Pezzoli è già stato il luogo di una serie di mostre di moda, come “1922-1943: vent’anni di moda italiana” (1980) a cura di Grazietta Butazzi, utilizzando la moda come campo  di indagine storica, critica e curatoriale.

Con la collaborazione del Comune di Milano-Raccolte Storiche, Costume Moda Immagine di Palazzo Morando, nella mostra Memos sono esposti alcuni abiti facenti parte dell’esposizione del 1980.

Abiti, riviste ed ephemera che sono significative nella storia della moda, costituiscono il percorso espositivo in una sequenza di memos tridimensionali.

Si ammirano, accostati alle opere custodite nel museo, 38 capi, raggruppati per temi tra loro intrecciati.

Sono creazioni di Giorgio Armani, J.W. Anderson per Loewe, Arthur Arbesser, Demna Gvasalia per Balenciaga, Boboutic, Riccardo Tisci per Burberry, Karl Lagerfeld per Chanel, Gabriele Colangelo, Maria Grazia Chiuri per Dior, Silvia Venturini, Marco De Vincenzo, Fendi per Fendi, Maria Sole Ferragamo, Paul Andrew per Salvatore Ferragamo, Alessandro Michele per Gucci, Maison Martin Margiela, Francesco Risso per Marni, Noir per Moncler Genius, Moschino, GSGM, Fausto Puglisi, Prada, Pier Paolo Piccioli per Valentino, Giambattista Valli, Random Identities, Versace.

Gian Giacomo Attolico Trivulzio, presidente del Museo Poldi Pezzoli, manifesta soddisfazione per la mostra Memos e invita il direttore, Annalisa  Zanni ad esprimere la sua considerazione: <<Con questa mostra, che parte proprio dagli anni ottanta del Novecento, riproponendo abiti ma anche riviste, testi dedicati dal Museo alla storia del tessuto, viene proposto un differente modello di lettura, che prende spunto da alcune delle parole d’ordine che guidano le Lezioni americane di Italo Calvino, capaci di esprimere la complessità di un mondo che accoglie abiti, corpi, forme, messaggi, filosofie perlopiù mescolati e non sempre distinguibili.>>Memos Poldi Pezzoli

Carlo Capasa, presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana afferma:<<La moda è un mezzo di comunicazione estremamente popolare, capace di provocare cortocircuiti e narrative complesse in relazione con tutte le discipline della contemporaneità.>>

Maria Luisa Frisa, critico e curatore, professore ordinario all’Università IUAV di Venezia, dichiara: <<Memos è un taccuino di appunti, insieme a un libro che si propone quale sommario di atteggiamenti e metodi, di conversazioni, di memorie, di ricerche che sono ancora un cantiere aperto.>>

Judith Clark, curatore ed exhibition-maker, Professor of  Fashion and Museology all’University of the Arts London confida: << Ho visitato il Museo Poldi Pezzoli lo scorso novembre per vedere come il progetto della  mostra potesse dialogare con un luogo così straordinario.

Volevo presentare l’idea di uno spazio nello spazio.Memos Poldi Pezzoli

Il contemporaneo si riferisce a particolari forme di selezione, come i sei valori di Calvino.

Quindi la mostra, attraverso un gioco di giustapposizioni, seleziona inevitabilmente gli oggetti della collezione permanente che verranno guardati con occhi contemporanei, per mostrare come un oggetto o un altro potrebbero essere presumibilmente rilevanti per il  mondo della moda.>>

Moreno Zani, Chairman di Tendercapital conclude gli interventi:<<La moda è un sismografo del nostro tempo. Una riflessione tridimensionale, che ci sta a cuore per la sua capacità d’essere condivisa.>>

Memos Poldi PezzoliMemos. A proposito della moda in questo millennio

21 febbraio – 04 maggio 2020

Museo Poldi Pezzoli, via Manzoni 12, Milano

Orari: mercoledì-lunedì 10.00 – 18.00

Chiuso: Pasqua, il 25 aprile, 1 maggio

Judith Maffeis Sala

 

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