Gli atelier di Mariano Fortuny riaperti a Venezia

Gli atelier di Mariano Fortuny

Gli atelier di Mariano Fortuny riaperti a Venezia

Gli atelier di Mariano Fortuny, a seguito degli interventi conservativi e del riallestimento degli spazi nel Palazzo Fortuny  (precedentemente noto come Palazzo Pesaro Orfei), dopo la riapertura del piano terra e del primo piano, sono visitabili anche al secondo piano, dove viene raccontata la creatività di Mariano Fortuny.

L’Acqua Granda del novembre 2019 aveva danneggiato fortemente il piano terra e i lavori di ripristino sono stati eseguiti dal Comune e dalla Fondazione Musei Civici di Venezia, intrapresi grazie a consistenti  finanziamenti privati.

Il riallestimento dell’intero complesso aveva lo scopo di recuperare e mettere in mostra l’incredibile patrimonio di quadri, libri, sculture, oggetti, abiti, tessuti, lampade, incisioni, disegni e modelli che giacevano in bauli e ripostigli nel Palazzo e negli archivi.

Gli atelier di Mariano Fortuny

Ora questi ampi ambienti hanno assunto una funzione e un allestimento museali accogliendo in modo accurato e scenografico una serie di fondamentali focus su Mariano Fortuny y Madrazo e le sue differenziate attività.

Mariano Fortuny y Mandrazo (Granada, 1871 – Venezia 1949) nacque come figlio d’arte. Suo padre era il pittore catalano Marià Fortuny i Marsal, la madre Cecilia de Madrazo proveniva da una famiglia di artisti, figlia di Federico de Madrazo e nipote di José de Madrazo.

Gli atelier di Mariano Fortuny

Gli atelier di Mariano Fortuny

Palazzo Fortuny, già Pesaro Orfei a Venezia

Rimasto orfano del padre all’età di tre anni, Mariano e sua madre si trasferirono a Parigi, poi nel 1889, la famiglia si trasferì a Venezia e scelsero Palazzo Pesaro Orfei come laboratorio per la pittura, l’incisione, la scenografia, la scenotecnica, illuminotecnica e le arti applicate.

Con la moglie Henriette Negrin, Mariano Fortuny concepì creazioni di moda, ispirate all’abbigliamento greco antico, alle stampe di Morris e i motivi decorativi catalani. Ottenne grande successo e, negli anni Venti e Trenta, fra le sue clienti vantava Sarah Bernhardt, Luisa Casati, Isadora Duncan, Eleonora Duse in Europa e negli Stati Uniti Lillian Gish, Martha Graham e Ruth St. Denis. Come interior designer Mariano Fortuny ha arredato la casa di Consuelo Vanderbilt in stile Art  Nouveau e Art  Decò, i saloni di Marie-Laure de Noailles e Dina Galli e la sala da gioco del nuovo Hotel Excelsior a Parigi.

Fortuny disegnava, incideva, dipingeva, ma soprattutto inventava procedure e tecnologie in vari ambiti, dalla moda al teatro, al progetto di interni, brevettando e registrando ogni sua invenzione.

Fu peculiarità del marchio Fortuny il ricreare l’illusione degli antichi tessuti operati ricorrendo alla sola tecnica della stampa, riuscendo così a proporre rielaborazioni raffinate di repertori iconografici tratti dalla collezione storica di famiglia e da culture di diversi Paesi.

Fortuny è il fondatore dell’omonima azienda Tessuti Artistici Fortuny srl che tutt’oggi è attiva e produce i tessuti con le stesse tecniche e gli stessi macchinari ideati dall’inventore.

A questo poliedrico artista si deve inoltre l’invenzione di una lampada innovativa che si basa su un nuovo metodo di propagazione e diffusione della luce in ambito scenografico.

Nel suo curioso eclettismo Fortuny si cimentò anche nella fotografia, sperimentando le più diverse tecniche e apparecchiature sino a brevettare, nel 1933, una sua speciale “Carta Fortuny”, in grado di garantire all’immagine un aspetto materico e, insieme, la perfetta inalterabilità alla luce.

Il teatro, in particolare, fu una delle passioni principali di Fortuny, come racconta una delle nuove sezioni della sua Casa-Museo. Inventò la cupola che consentiva alle scenografie teatrali di ottenere effetti di luce diffusa e di atmosfera naturale, compreso quello del cielo nuvoloso.

‘Il salone ha riacquistato lo spirito di un tempo’ – afferma Pier Luigi Pizzi, scenografo e regista teatrale – ‘quando Fortuny e la moglie ricevevano in queste sale amici, intellettuali, artisti, attori, nobiltà da tutta Europa. Qui mostravano le loro creazioni, facevano affari, si intrattenevano parlando di arte e di poesia’. Alle pareti i tessuti sontuosi firmati da Fortuny, e un drappo che pende dal soffitto, proprio come lo stesso Fortuny aveva raffigurato in un dipinto.

Fortuny morì all’età di 78 anni nel suo palazzo veneziano, che fu poi nel 1956 donato dalla vedova Henriette Negrin alla città di Venezia. L’artista è sepolto nel cimitero del Verano a Roma.

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