Golosi di Identità
Dominga Cotarella e Paolo Vizzari
Si parlerà di territorio, salute, formazione e disturbi alimentari
È stato presentato a Milano “Golosi di Identità” il ricco appuntamento che vedrà Fondazione Cotarella tra i protagonisti del Congresso di Identità Golose 2023 dal 28 al 30 gennaio.
La conferenza è stata un viaggio a più voci, un percorso che ha offerto molti spunti su cui riflettere. A dare il via Claudio Ceroni, founder, insieme a Paolo Marchi, di Identità Golose: “Oggi vogliamo battezzare una serie di prime volte: prima di tutto è la prima volta che facciamo una conferenza stampa per presentare una sezione, sviluppata insieme alla Fondazione Cotarella, all’interno di Identità Golose.
Dominga Cotarella e Claudio Ceroni
È la prima volta che occuperemo uno spazio nuovo, una piccola arena allestita nella parte del foyer per poter ospitare una serie di talk il cui momento clou sarà domenica 29 con gli interventi dedicati alla Fondazione. E’ anche la prima volta che lavoriamo con Famiglia Cotarella su un progetto così importante, ricco di contenuti, articolazioni e personaggi molto interessanti. Infine il tema di Identità di quest’anno è la rivoluzione, un tema che non ha la pretesa di mettere la parola fine ai progetti complessi che stanno avvenendo nella gastronomia italiana e mondiale ma che piuttosto vogliono portare alla ribalta i notevoli cambiamenti in corso”.
Dominga Cotarella
Golosi di Identità
“Venti anni fa ci fu una rivoluzione volontaria della cucina, oggi invece la rivoluzione dobbiamo farla perché siamo costretti dalle circostanze, dalla pandemia e dalla guerra e questo è un concetto completamente diverso. Volevo ringraziare Dominga e la Fondazione perché è qualcosa di molto importante quello che andremo a fare durante Golosi di Identità perché la cucina non è solo mangiare e godersela” ha ribadito Marchi.
Golosi di Identità
Cinzia Benzi e Dominga Cotarella
Nell’aprire i lavori della Conferenza, Cinzia Benzi, giornalista e collaboratrice di Identità Golose, ha ricordato che il coinvolgimento di Fondazione era stato annunciato nella scorsa edizione del congresso di Identità. Ma oggi tutto questo si è evoluto, come ha spiegato Dominga Cotarella, Presidente di Fondazione Cotarella: “È stato un anno di momenti belli e intensi ma anche di paura. Parlare di vino e formazione richiama una responsabilità imprenditoriale, ma affrontare il tema dei disturbi alimentari significa entrare in un mondo complesso, che richiede uno sforzo ulteriore di umiltà, di pazienza, di delicatezza, di fare squadra, di abbracciare, di sentirsi famiglia. Il concetto della famiglia per me e le mie sorelle è importante. Come spesso raccontiamo, tutto nasce dall’esigenza e dalla volontà di voler reinterpretare ciò che abbiamo avuto la fortuna di ereditare e trasformarla in qualcosa di diverso. Il vino e le vigne sono l’humus della nostra vita ma non sono il fine ultimo, bensì lo strumento per fare altro. Credo che il mondo dell’enogastronomia debba fare qualcosa di più per aiutare gli altri, così come sta cercando di fare Fondazione Cotarella. La nostra non è una struttura sanitaria: abbiamo iniziato a collaborare con centri di ricerca e di cura fra i più importanti in Italia, come il San Raffaele, e questo ci rassicura e ci dà credibilità. La Fondazione lavorerà affinché i giovani che trascorreranno un periodo presso le residenze, nella Fattoria, a contatto con le vigne, nelle meravigliose colline dell’Umbria, possano trovare il proprio equilibrio. Il nostro sogno è che il nemico di un tempo, il cibo, possa rappresentare una nuova prospettiva, una nuova identità, e che tanti giovani possano diventare un giorno chef, maitre, giornalisti enogastronomici, esperti di cultura e di turismo. Oggi è il tempo del fare, fare insieme, fare veloci per aiutare chi è “goloso di identità”; e a quel punto la rivoluzione sarà servita”.
Golosi di Identità
Ruggero Parrotto
“Le identità sono fragilità e unicità che vanno riconosciute, difese, protette” ha ribadito Ruggero Parrotto, direttore di Fondazione Cotarella. “Tutti noi abbiamo fatto l’esperienza di quello che accade nel mondo della Sanità e abbiamo ben chiara la differenza tra curare e prendersi cura: ci sono medici molto bravi tecnicamente ma che non riescono ad ispirare fiducia e sicurezza; altri, invece, sono capaci di andare oltre, entrano in empatia, non ti fanno sentire a disagio. Nei nostri percorsi, dedicheremo molta attenzione all’importanza e alla consapevolezza di sentirsi, accolti, ascoltati, accettati. Per questo, uno degli appuntamenti più importanti del Congresso è intitolato “La Scienza a Tavola”; e per questo, come Fondazione, vogliamo lavorare affinché una maggiore armonia fra la scuola, le famiglie, la sanità, crei le condizioni per fare in modo che il divieto o l’obbligo di mangiare, diventino una scelta, e favorisca nei giovani la riscoperta della propria vocazione e della propria identità”.
Golosi di Identità
Prof. Umberto Capitanio
Concetto ribadito da Umberto Capitanio, Specialista urologo presso l’Istituto Scientifico San Raffaele di Milano, per cui “solo la ricerca scientifica può fornirci soluzioni sempre più dettagliate. Il San Raffaele sta facendo una ricerca sui danni e benefici di alcuni alimenti (tra cui il vino) e Famiglia Cotarella è l’unica azienda del settore che ha aderito al progetto di ricerca. L’alimentazione è una parte importante della nostra vita e ci siamo chiesti perché dare restrizioni alimentari ai malati. Da qui è nato uno studio, che ci permetterà di avere dati scientifici oggettivi sull’utilizzo di controllate quantità di vino del post operatorio nei pazienti ricoverati da noi. Questo per non fare sentire il paziente troppo malato e fare apprezzare la cura che va oltre i medicinali”.
Golosi di Identità
Martina Domenicali
Testimonial di chi è stato malato disturbi alimentari e si può guarire è Martina Domenicali, content creator e attivista per la salute mentale: “Ho voluto fare un racconto di speranza attraverso i social media. I social sono stati uno strumento importante perché mi hanno permesso di raccontare la mia storia. Ho sofferto di disturbi alimentari durante l’adolescenza e fortunatamente sono guarita e mi sono data l’obiettivo di aiutare i giovani in prima linea e in prima persona. I media sono un megafono per diffondere informazioni e i social possono essere usati per lanciare un messaggio importante di speranza. Quando ho conosciuto Dominga ho capito che la rivoluzione poteva avvenire perché c’era un’altra voce e generazione che poteva aiutare i giovani perché noi ne parliamo dal basso ma quello con cui ci scontriamo è parlarne alle nostre famiglie e fare capire cosa significa effettivamente soffrire di disturbi alimentari. Il cibo anche nell’ambito di questi disturbi è il fine, non il mezzo, è il sintomo, lo strumento con cui cerchiamo di controllare un disagio. Il disturbo alimentare è una forma di depressione moderna e il cibo è il mezzo con cui controlliamo il disagio”.
Golosi di Identità
Tra le tante attività che Fondazione Cotarella sta portando avanti ci sono i Laboratori di cucina, nati in collaborazione con l’associazione Animenta, che vedono come protagonisti ragazzi che hanno oramai superato la malattia o che sono ancora in cura. “Sono qui per dare la mia testimonianza diretta di quello che è successo dalla prima volta che io e Dominga ne abbiamo parlato”, ha affermato Paolo Vizzari, narratore gastronomico “ma sono anche testimone del mio terrore a riguardo perché sono stato un adolescente obeso e so cosa significhi lottare ogni giorno con il proprio peso. In questo anno Dominga ha conquistato la mia fiducia poco alla volta e, anche grazie al mio vissuto, abbiamo cominciato ad approcciare la gastronomia in modo utile. Insieme ad Aurora Caporossi, fondatrice di Animenta, abbiamo avviato i primi laboratori con alcuni chef per fare recuperare il senso di meraviglia attorno al cibo. La mia più grande sorpresa è stato l’incontro tra due anime, lo chef e la persona malata, che interagiscono e si scambiano le proprie esperienze: si è creato un gioco di squadra dove entrambi giocano in una nazionale che ha un nemico comune, la malattia”.
Con gli chef Alessandro Negrini e Fabio Pisani
Emozioni confermate dal racconto di Alessandro Negrini e Fabio Pisani, chef del ristorante stellato “Aimo e Nadia”, dove a settembre 2022 c’è stato uno dei laboratori: “Quando Paolo mi ha raccontato questa cosa dei laboratori dove i ragazzi avrebbero dovuto riavvicinarsi di nuovo al cibo ho subito pensato a quello che Fabio faceva nell’orto con suo nonno: la salsa di pomodoro. Abbiamo pensato che era il modo migliore per coinvolgere le persone e farle innamorare di quello che stanno facendo. Può sembrare banale come scelta ma tutto il rito della raccolta, la bollitura, il tempo che scorre e la salsa cuoce ha qualcosa di magico. Per noi sono fondamentali la conoscenza del prodotto e la tecnica, che va spiegata. Questo progetto è stata un’emozione straordinaria per creare una consapevolezza nuova e poterne fare, in futuro, materia di didattica nelle scuole con lezioni sull’alimentazione e ricreare così un rapporto con il cibo sano e divertente”.
Paolo Vizzari, Ruggero Parrotto, Prof. Capitanio
Diverse le domande dagli esperti e i giornalisti presenti, che hanno dato modo a Dominga Cotarella di condividere qualche numero. “In questo momento ci sono oltre 3.000.000 di persone che soffrono di disturbi alimentari. Purtroppo durante la pandemia la situazione si è ulteriormente aggravata con un 30% in più di nuovi casi, si è abbassato l’età alla fascia pre adolescenziale (8-12 anni), si sono manifestati esordi tardivi di chi non è più giovanissimo e alzato la percentuale di soggetti maschili (+20%). Per questo noi pensiamo che sia fondamentale il fare e sosteniamo in prima persona il valore terapeutico dell’esperienza gastronomica.
Fondazione si occupa dei disturbi del comportamento alimentare ma dà voce ai territori, in primis l’Umbria, dove siamo nate, una Regione che porteremo al congresso raccontandone la bellezza e l’economia, per una crescita progressiva e innovativa viste da un altro punto di vista. Golosi di Identità sarà una tre giorni dove si parlerà di territorio, salute, formazione e disturbi alimentari.
Inoltre il 2 marzo 2023 abbiamo organizzato, presso il ristorante di Identità Golose, una cena di beneficenza con gli chef Andrea Aprea, i fratelli Cerea e Guido Paternollo, una raccolta fondi il cui ricavato sarà interamente destinato ai progetti di riabilitazione che mirano alla prevenzione e alla conoscenza dei disturbi del comportamento alimentare con l’obiettivo di creare consapevolezza, cultura e intrecci di valore tra persone ma anche sviluppo del territorio finalizzati alla rivalorizzazione delle aree rurali”.
⸎⸎⸎⸎⸎⸎⸎⸎⸎⸎
Dominga, Marta ed Enrica Cotarella
Fondazione Cotarella nasce nel 2021 dalla passione e dalla determinazione di tre donne, Dominga, Marta ed Enrica Cotarella, terza generazione della famiglia Cotarella. Il loro sogno è rendere il mondo un posto migliore aiutando le persone a ritrovare il proprio rapporto con il cibo e con la natura. Fondazione è consapevole della grande sfida in cui ci siamo lanciati, far conoscere i disturbi alimentari, costruire attività per prevenirli e soprattutto lavorare con i giovani, con le famiglie, con i professionisti che già da tempo si occupano del tema, per costruire una fitta rete di relazioni che abbiano come obiettivo la condivisine di valori e il ritorno ad un rapporto sano e costruttivo e tra cibo, persone e territori. I tanti progetti di riabilitazione di Fondazione mirano alla prevenzione e alla conoscenza dei disturbi del comportamento alimentare per aiutare i più disagiati e promuove l’educazione alimentare per tutte le età. L’ obiettivo è creare consapevolezza, cultura e sviluppo del territorio finalizzato alla rivalorizzazione delle aree rurali. Attraverso attività specifiche, la Fondazione orienta nella corretta direzione le motivazioni che ispirano scelte alimentari disordinate e non funzionali; promuove la cultura di una sana genitorialità, capace di educare con l’esempio e idonea a riconoscere, accogliere e correggere disfunzioni e abitudini tossiche o dannose; sostiene la realizzazione di esperienze di accompagnamento e recupero di un rapporto consapevole ed equilibrato con il cibo.
Per maggiori informazioni:
https://www.fondazionecotarella.com/
https://www.instagram.com/fondazione_cotarella/
https://www.facebook.com/fondazionecotarella
GOLOSI D’IDENTITA’
PROGRAMMA LOUNGE
Sabato 28 gennaio
a tu per tu con …..
Domenica 29 gennaio
a tu per tu con …..
Lunedi 30 gennaio
a tu per tu con ….
ARENA 29 GENNAIO 2023
“Golosi di identità”
Prima Sessione: Le Identità dei Territori. Il sogno nasce dalla terra
La nostra identità nasce dalla terra. Un luogo fertile e duro. Che richiede pazienza e visione, impegno e rispetto, determinazione e fiducia. La terra, con i suoi codici, i suoi linguaggi, le sue leggi, i suoi imprevisti, i suoi tempi, il suo tempo. Studiare il rapporto con l’ambiente e con la natura significa osservare, studiare, capire, “mangiare e bere” i valori della terra. Significa diventare attori delle nostre scelte responsabili. Significa coinvolgere e rendere più consapevoli gli insegnanti, i genitori, gli amministratori, i manager, i produttori. Tutti soggetti che possono svolgere un ruolo importante, decisivo. Significa rimettere al centro l’importanza dell’ingrediente, del ritorno alla semplicità come ricchezza assoluta, della necessità di conoscere profondamente ciò che mangiamo. Significa raccontare la cultura di una comunità: la storia dei cibi, delle ricette, delle contaminazioni. Significa riconoscere e valorizzare l’identità dei nostri territori, veri e propri patrimoni dell’Umanità.
o Relatori:
Seconda Sessione: La Scienza a tavola
Invitare la scienza a tavola è una scelta di campo. Innanzitutto perché ascoltare i medici, i ricercatori, gli scienziati, riuscire ad avere con loro un dialogo sereno, aperto, costruttivo può aiutare a conoscere, e quindi a capire e a scegliere. Ma anche perché stare bene, in buona salute, non significa solo non avere malattie: significa desiderare di raggiungere un equilibrio, che è fatto di benessere fisico, psichico, sociale. Una prospettiva importante, che ridà una grande centralità alle istituzioni, al mondo accademico, ai media, agli operatori del settore e che conferma quando sia importante la comunicazione non gridata, la divulgazione consapevole, che permette di trasformare i divieti o gli obblighi in scelte responsabili.
o Relatori
Terza sessione San Pellegrino – Forum Young Chef
Quarta Sessione: La magia dell’ospitalità
I mestieri basati sulle relazioni sperimentano sul campo ogni giorno cosa vuol dire sapere, saper fare e saper essere. La sala di un ristorante, la hall di un albergo, il bancone di un bar, di un’enoteca, di un locale, mettono in scena tutti i giorni, la magia dell’ospitalità, che accoglie, ascolta, assorbe, elabora, orienta, risolve, serve. La magia di un incontro importante, di un momento particolare, di una relazione forte. Che si consuma in un tempo breve, dove tutto acquista un valore più ampio. Ma l’ospitalità richiede preparazione, impegno, curiosità, coraggio, resistenza fisica e mentale. Richiede formazione, esperienza, supervisione. Per questo merita di essere apprezzata e valorizzata. Per questo è importante parlarne, andare oltre i luoghi comuni, raccontare i casi di successo, scoprire le storie di professionisti che sono riusciti ad eccellere. Perché hanno sperimentato sul campo che allenarsi a far stare bene un cliente, richiede e permette di diventare migliori.
Quinta Sessione: Alimentarsi di vita. La forza della fragilità.
Ci nutriamo di cibo, ma anche di affetti, di conoscenza, di esperienze, di ascolto. Cibo e relazioni: una connessione importante, spesso decisiva per la vita di ciascuno di noi. Nel confronto con le famiglie, con gli operatori della scuola, con i medici, con i ragazzi che fanno esperienza con i disturbi del comportamento alimentare emerge forte l’importanza di dare attenzione a ciò che non si vede, a ciò che non è facile vedere. La paura di non essere accettati, di non sentirsi all’altezza, l’ossessione di doversi riconoscere in un modello che diventa stereotipo, la presa di coscienza di sentirsi fallibili, non performanti. Allo stesso tempo, dalle storie di chi è stato male ed è riuscito rimettersi in cammino, dalle testimonianze dei genitori e dei professionisti che li hanno affiancati emerge la percezione che convivere con la nostra fragilità ci aiuta a dare senso alla nostra intuizione, alla nostra vocazione, alla nostra unicità. Una strada impegnativa, che rende tutti più consapevoli, a volte molto stanchi. Ma, finalmente, golosi di identità
Alimentarsi di vita. La forza della fragilità
Figus Designer lancia per la bella stagione nuovi accessori trendy, come le nuove pochette, le miniborse, le clutch, immancabili per completare ogni outfit