Madame Luna, da spietata trafficante di vite umane a fuggiasca migrante
Madame Luna è un film drammatico diretto da Daniel Espinosa, con Meninet Abraha Teferi, Hilyam Weldemichael, Claudia Potenza, Emanuele Vicorito e Luca Massaro, che è stato presentato il 16 luglio in anteprima italiana al 70° Taormina Film Festival nella sezione Focus Mediterraneo e arriverà nelle sale italiane il 18 luglio con Europictures ( www.europictures.it).
Sinossi
Almaz è una donna eritrea, spietata trafficante di esseri umani, nota con il nome di Madame Luna. Quando il regime in Libia cade, è costretta a fuggire e intraprendere anche lei il pericoloso viaggio attraverso il Mediterraneo, confondendosi tra i migranti. Sbarcata in Italia, inizia dopo poco a collaborare con un’organizzazione criminale che specula illegalmente sul sistema dell’accoglienza. La scalata verso il potere sembra compiuta, ma l’incontro con la giovane Eli la costringerà a fare i conti con le ombre del suo passato, per scegliere, ancora una volta, da che parte stare. È possibile redimersi dal male?
Note di regia
La mia ambizione è sempre stata quella di svelare aspetti più nascosti della nostra società. Questo film ha a che fare con l’andare aldilà della violenza e dei segreti che avvolgono il mondo in cui Madame Luna è invischiata. Ho voluto che la camera la seguisse molto da vicino, per offrire al pubblico la possibilità di immedesimarsi con il suo punto di vista, di potersi sentire vicino a lei in questo viaggio, di addentrarsi attraverso il suo sguardo in quella realtà cruda e spietata. E’ un’opera in soggettiva, che riguarda il personaggio di Madame Luna ma che parla anche di noi. Almeno di me. Siamo destinati a non cambiare mai agli occhi degli altri dopo aver fatto qualcosa di imperdonabile? A essere etichettati e costantemente giudicati per la storia che ci portiamo dietro – o è possibile cercare una strada per realizzare il sogno di una vita migliore? Ecco, credo che questo film parli della lotta per la conquista della dignità. Cos’altro varrebbe la pena di raccontare, davvero?
In conversazione con Daniel Espinosa
Cosa ti ha spinto a raccontare la storia di Madame Luna?
È stato il produttore David Herdies a parlarmi per la prima volta di questa storia qualche anno fa e ho immaginato che il fulcro narrativo fosse raccontare la storia di una persona che ha commesso delle azioni terribili, perché costretta dalle circostanze. Molto spesso le azioni degli esseri umani scaturiscono dalla situazione e dal contesto socio-economico in cui vivono. Madame Luna per sopravvivere a quel mondo spietato e senza regole in cui si trova suo malgrado, è costretta a diventare ciò che in uno stato di diritto chiamiamo ‘una criminale’. Mi ha affascinato la possibilità di raccontare un personaggio che per salvarsi si trova costretto a commettere azioni immorali e, quando si trova in un nuovo contesto in cui la minaccia costante alla sua esistenza non è più presente, riflette su quali siano state davvero le sue colpe. Quali delle azioni terribili che ha compiuto sono perdonabili e quali no.
Parlaci delle persone con cui hai collaborato per realizzare di questo film.
Abbiamo cominciato a sviluppare lo script con la sceneggiatrice Suha Arraf, che è una rifugiata palestinese. Ha scritto lei la prima versione. Suha si è focalizzata sul mondo interiore di Almaz. Poi abbiamo coinvolto Maurizio Braucci, e abbiamo riscritto insieme. Suha ha scritto il film Lemon Tree il cui spunto narrativo è tratto da una vicenda reale di una famiglia palestinese che cerca di difendere un albero di limoni che una famiglia israeliana vuole sradicare. Sa bene cosa vuol dire fare ricerca sulla ‘realtà’ per trasformarla in finzione.
Maurizio ha seguito un approccio simile quando ha scritto Gomorra, forse per questo sono buoni amici. Insomma, Suha ha lavorato sui demoni interiori di Almaz e Maurizio ha lavorato invece sulla realtà brutale che la circonda. Poi abbiamo iniziato la ricerca degli attori. Volevo trovare qualcuno che non solo interpretasse il mondo che avevamo scritto, ma potesse comprendendolo a fondo, aggiungendoci del suo. Non volevo essere quel regista leader che avanza nel buio con una torcia in mano, indicando la strada agli altri. Volevo piuttosto trovare una sinergia con persone che avessero delle intuizioni superiori alle mie, e mi permettessero di seguirle. Avevo bisogno di portare la mia macchina da presa, me stesso, la troupe e gli sceneggiatori a comprendere quanto fossimo lontani dal sapere realmente cosa significa essere nei panni di Madame Luna. Dovevamo chiederlo a chi aveva vissuto queste esperienze.
C’è qualcosa che ti accomuna alla storia di Almaz ed Eli ?
Tutti i personaggi del film sono in conflitto con le zone d’ombra legate al loro passato, con gli incubi che riaffiorano e impediscono di vivere nel presente. Quando avevo sedici anni, ho passato una notte in carcere e il giorno dopo ho compiuto un gesto terribile: ho tagliato la gola ad uno dei miei migliori amici. Il ricordo del mio amico con la gola sanguinante è diventato un incubo che mi ha tormentato per molti anni. Per tutta la vita mi sono chiesto se meritassi davvero di arrivare dove sono arrivato oggi. Meritavo una redenzione per le mie azioni? Ancora oggi non riesco a perdonarmi e non so se merito di essere perdonato. Ecco, questo è stato un tema ricorrente nella mia vita. Se nasci nel ceto medio, tendenzialmente non devi affrontare il dilemma esistenziale della sopravvivenza. Ma quando si tratta di sopravvivere, l’istinto è quello di non morire, e questo potrebbe arrivare a trasformarti, in un assassino. È moralmente ingiustificabile? O sei solo un’anima che reagisce al contesto, lottando per preservare la sua possibilità di esistere? Un soldato sul campo di battaglia ha la stessa responsabilità morale di un banchiere? Una donna sotto le bombe subisce la stessa oppressione di una donna a Stoccolma che si confronta principalmente con i dilemmi della carriera o della vita personale? E’ una domanda che mi sono sempre posto, considerando che il mio vissuto è diverso da quello delle persone che mi circondano. Quindi direi che sì, direi che è un tema con cui posso relazionarmi.
Puoi parlarci del simbolismo dell’acqua nel film?
Ho pensato all’aforisma greco pánta rheî, tutto scorre, tutto fluisce. Si può interpretare in diversi modi. Uno di questi è che tutto cambia. E se tutto cambia, significa anche che possiamo rinascere? Può Almaz risorgere come una fenice dalle sue ceneri e concedersi una nuova vita? Oppure quel ‘tutto che scorre’ la trascinerà giù negli abissi? Quell’acqua può aiutarla a rimanere a galla o è quello che la farà affogare? Mi ossessiona l’idea che la vita sia in costante cambiamento, ma allo stesso tempo mantenga sempre un legame con le nostre origini e con il presente. E’ possibile diventare altro? O la corrente sotterranea che scorre dentro di noi ci riporterà sempre al punto da cui siamo partiti? Ci si può affrancare dall’odio che si prova per se stessi, dal senso di colpa che si porta dentro? O è solo una menzogna che si racconta al mondo esterno per convincersi di essere una persona decente?
In che modo questo film è simile o diverso dai tuoi lavori precedenti?
Ho fatto un film intitolato Easy Money in cui il protagonista è un ‘sopravvissuto’. Una persona che mente per sopravvivere, fino a quando queste bugie prendono il controllo della sua vita e in quel momento è costretto a riflettere su cosa lo ha reso una persona deplorevole. Penso che il personaggio di Almaz si ponga delle domande simili. Ha sacrificato tutto per restare in vita, ma adesso si chiede se le azioni che ha commesso sono così gravi da non poter essere giustificate e perdonate. Eli le chiede continuamente: non ti senti in colpa per le azioni che hai commesso? Forse per sopravvivere hai dovuto uccidere la tua anima? In quasi tutti i film che ho fatto, è questa la domanda centrale.
Daniel Espinosa
Daniel Espinosa (Trångsund, 1977) è uno dei registi svedesi di maggior successo e internazionalmente riconosciuto. Con diverse produzioni hollywoodiane all’attivo, Espinosa ha negli anni dimostrato le sua doti di grande regista, confrontandosi con i generi più diversi dal dramma al thriller, dai film di azione alla fantascienza. Nel 2010 il suo film Easy Money, ottiene un grande successo di pubblico e critica, diventando un record di incassi al box office in Svezia e ricevendo un grande consenso internazionale. Il film ha aperto la strada al primo lungometraggio americano di Espinosa, Safe House (2012), con Denzel Washington e Ryan Reynolds. Anche questo film è stato un grande successo, rimanendo in cima al box office statunitense per due settimane e incassando oltre 200 milioni di dollari in tutto il mondo, un record tra i registi svedesi. Nel 2017 è uscito l’attesissimo film di fantascienza di Espinosa, Life, con Jake Gyllenhaal, Rebecca Ferguson e Ryan Reynolds. Life è stato riconosciuto per la sua rappresentazione realistica della vita su una stazione spaziale e per il suo terrificante antagonista extraterrestre. Ad aprile 2022, è uscito l’ultimo film di Daniel Espinosa, Morbius, lo spinoff di Spider-Man prodotto da Sony, con l’attore premio Oscar Jared Leto nel ruolo principale, che ha incassato 84 milioni di dollari nel primo weekend.
Filmografia: 2022 Morbius, 2017 Life, 2015 Child 44, 2012 Safe House, 2010 Easy Money, 2007 Outside Love, 2004 Babylonsjukan
MADAME LUNA
Dal 18 luglio 2024 al cinema
Durata: 110 minuti
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