27 gennaio: il valore della memoria
Laura Rivolta
sessuologa psicologa psicoterapeuta
27 gennaio è il giorno della Memoria storica dell’Olocausto, e ricordare a noi tutti il valore di porre attenzione a ciò che è stato e quindi avere una bussola che ci orienti al meglio sul presente e sul futuro.
La memoria ha una funzione importante a livello morale e non solo, orienta il nostro modo di pensare, ragionare, comportarci e di essere.
Il passato –sia individuale che “di gruppo”, quindi familiare, amicale – è in grado di cambiare la nostra postura mentale, il modo con il quale leggiamo e ci relazioniamo con noi stessi e con il mondo, di renderci persino migliori, a patto di riconoscere e dare la giusta attenzione a quanto abbiamo vissuto.
E ciò non è così scontato, viviamo in un mondo sempre più veloce, che tende a nutrirci e nutrirsi di sola “memoria a breve termine” per poi estinguersi perché altro “rumore” fatto di routine social, nuove notizie e storie ci accompagna e ci sovrasta.
La consapevolezza dell’importanza della memoria, della sua valorizzazione e del suo recupero, è necessaria per qualsiasi cambiamento da porre in essere nelle nostre vite.
Un primo e prezioso input riflessivo è di declinare il concetto di memoria da collettiva a individuale, focalizzata sul nostro perimetro di vita.
Farlo ti concederà l’opportunità di capire quanto ha importanza e valore nella tua quotidianità.
Ho individuato tre macro-aree su cui poter navigare in questo percorso: la famiglia, la coppia e la rete amicale. Sta a te decidere quali ritieni, nella tua esperienza e nel momento di vita che stai vivendo, la più significativa.
Il focus è il valore della memoria da attivare dentro di te, fatta di ricordi, immagini e passaggi, ma anche della memoria condivisa e da condividere con le persone che per te sono significative e importanti.
Ogni memoria è sempre accompagnata da sensazioni e stati d’animo. Ricerche scientifiche confermano che la memoria che custodiamo dentro di noi è composta dalle emozioni connesse a ciò che si è vissuto.
Partendo dalla memoria che custodisci, la proposta è di proporne un recupero alla persona significativa per te (partner, amico, genitore, famigliare) sotto forma di gioco, una proposta interattiva che genera forza da un punto di vista psicologico ed emotivo.
Perché farlo?
Perché si attiva la narrazione delle emozioni vissute insieme all’altro. Un esercizio per circoscrivere il sentire emotivo, colorarlo e ripensarlo, fino a dargli anche un nuovo significato.
Il tessuto delle memorie condivise fortifica la natura e la qualità del legame, della connessione che abbiamo con l’altro e attiva un circuito virtuoso che potenzia la fiducia e l’intimità reciproca.
Le memorie, in questo modo, si integrano, perché possono essere simili ma anche diverse e ognuno recupera quanto condiviso e il tempo vissuto, il momento magico o anche triste che è trascorso.
Quando le narrazioni del ricordo si assomigliano, la condivisione rende il legame più intimo, se invece le narrazioni divergono, si crea un’enciclopedia reciproca di recupero e di integrazione. In entrambi i casi si tratta del miglior antidoto contro un possibile senso di solitudine, di perdita e di tristezza.
L’effetto della condivisione di memorie ha una straordinaria valenza terapeutica: i ricordi comuni attivano empatia, ci si sente più vicini, più affini, per tutto quello che si è vissuto assieme.
L’immersione nella memoria condivisa permette di recuperare segmenti di vita e sorriderci sopra, oltre a valorizzare momenti e attimi di valore che la quotidianità rischia di farci perdere, per disattenzione o noncuranza. Scegliere di ricordare, come di condividere significa anche acquisire consapevolezza dei legami che ci connettono alle persone per noi importanti.
La memoria riattivata e condivisa consente di comunicare il proprio coinvolgimento con chi custodisce con noi il ricordo. Questo può avvenire, con la medesima intensità, tanto con il partner quanto con l’amico/a o il familiare.
I modi con cui esercitarsi sono tantissimi, basta che tutto avvenga in un clima giocoso, protetto, tale da valorizzare e custodire quanto è stato, per dare il segno e la traccia a quanto sarà.
Non resta che iniziare!
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