Musei Civici di Venezia: proposte d’arte e cultura
Continuano numerosissime le proposte d’arte e cultura, da godere prima della ripresa delle scuole, che arrivano anche quest’anno dalla Fondazione Musei Civici di Venezia.
Tutti i 12 musei veneziani con le loro collezioni permanenti e i percorsi rinnovati costituiscono infatti un’occasione non solo per i turisti ma soprattutto per residenti e abitanti dell’area metropolitana allargata per visitare e vivere gli spazi dei bellissimi palazzi storici che li ospitano, approfittare delle grandi mostre temporanee, scoprire e soffermarsi di volta in volta su testimonianze artistiche, storiche o naturalistiche fortemente legate alla storia della Serenissima e di tutti i suoi territori, talvolta assoluti capolavori; ma anche per godere delle caffetterie museali – accessibili liberamente – in contesti esclusivi e con visuali uniche o dei rinnovati servizi. Un esempio per tutti è il Museo di Ca’ Pesaro con i suoi tavolini a pelo d’acqua sul Canal Grande e la possibilità di fruire di una zona Wi Fi e del nuovissimo Baby Pit Stop per mamme alle prese con bimbi da cambiare e allattare.
Allora, in questo scorcio d’estate, chi non lo ha ancora fatto avrà l’occasione di ammirare al Museo Correr le superbe sale restaurate del Palazzo Reale, residenza dalla principessa Sissi e da Francesco Giuseppe d’Austria, oppure il nuovo percorso dedicato al “Sublime Canova”, tripudio di opere del grande artista finalmente accorpate e valorizzate; e potrà anche visitare la mostra dedicata a Ippolito Caffi, il pittore-reporter di metà Ottocento, con le sue vedute di Venezia, Roma, Napoli e dell’Oriente, di cui si espone a distanza di cinquant’anni l’intero fondo pittorico di proprietà dei musei veneziani: oltre 150 dipinti normalmente conservati nei depositi.
L’iniziativa “Musei al chiaro di luna” continuerà invece fino a metà ottobre per Palazzo Ducale che, oltre ad offrire anch’esso un panorama mozzafiato dell’area marciana, è sempre una fonte inesauribile di percorsi e suggestioni.
Nel Palazzo dei Dogi è anche in corso la mostra davvero imperdibile sui 500 anni del Ghetto di Venezia: un percorso tra arte, documenti storici e contributi multimediali per comprendere ragioni, contesto, cosmopolitismo e unicità – tra chiusure drammatiche e inattese aperture culturali – di quello che fu il primo ghetto al mondo.
Il monumento simbolo della Serenissima, oltre ai percorsi tradizionali, offre sempre alternative fascinose: dagli “Itinerari segreti” tra piombi, uffici inquisitori e sala delle torture alla visita di ambienti più intimi e riservati – “I Tesori del Doge”- come la Chiesetta dogale con la “Madonna del Sansovino” fresca di restauro e aperta al pubblico da solo un anno.
Altro sito dei Musei Civici in cui rifugiarsi o dal quale farsi stregare nella calura estiva (il delizioso cortile interno è pieno di poesia) è la casa-atelier di Mariano Fortuny a Sant’Angelo, ricolma di testimonianze dell’arte e della vita di questo geniale ed eclettico artista e spesso sede di grandi mostre temporanee, come in questo periodo.
La vocazione espositiva di Palazzo Fortuny – sempre fortemente connessa al percorso multidisciplinare di Mariano – ha infatti ispirato un nuovo ciclo di eventi sul tema del collezionismo contemporaneo e “Quand fondra la neige, où ira le blanc” – titolo “prestato” da un’opera di Rémy Zaugg – è la prima proposta. Protagonista è Enea Righi con la sua importantissima collezione d’arte, di cui viene presentata una selezione centrata su alcuni temi fondanti della raccolta, alla luce della specificità degli spazi e dalla storia di Palazzo Fortuny: oltre 250 opere rappresentative dei principali movimenti artistici internazionali, dagli anni Sessanta-Settanta ad oggi, in un dialogo emozionante con il sito. La mostra è inclusa nel biglietto del museo.
A Ca’ Rezzonico è ancora in corso invece (fino al 26 settembre) l’esposizione dedicata a “Geminiano Cozzi e le sue porcellane” una delle più celebri manifatture veneziane del XVIII secolo: il Palazzo progettato dal Longhena, “tempio” del Settecento veneziano, con i suoi folgoranti saloni e arredi e le opere pittoriche dei maggiori maestri del periodo d’oro della Repubblica (da Tiepolo a Longhi, da Guardi a Canaletto) è sempre una meta fondamentale per comprendere la storia e l’identità della Serenissima.
Così come Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna, nel più importante palazzo barocco della città, lo è per godere di un percorso di altissima qualità nell’arte italiana e europea della prima metà del Novecento (da Boccioni, Casorati e Martini a Morandi, De Chirico, Rodin, Chagall, Kandinsky, Mirò e Wildt, per citarne alcuni) quando Venezia con la Biennale d’Arte era palcoscenico dei più innovativi fermenti culturali. A completare però il tuffo nel XX secolo, al secondo piano nobile del monumentale Palazzo ha trovato recentemente sede anche un nucleo – notevolissimo per numero e importanza delle opere – di una delle più famose e ambite collezioni internazionali delle avanguardie del secondo Novecento, concessa in deposito a lungo termine alla Fondazione Musei Civici di Venezia: la Sonnabend Collection.
Restando in centro storico gli amanti della paleontologia e dell’antropologia non possono mancare una giornata al Museo di Storia Naturale di Venezia, che raccoglie – con il suo innovativo allestimento nel palazzo che fu il Fontego dei Turchi (eretto nel XIII secolo) – le principali collezioni scientifiche lagunari; Casa Goldoni continua invece i suoi appuntamenti con rappresentazioni e incontri per piccoli, adulti e senior, mentre il Museo di Palazzo Mocenigo con le sue peculiari raccolte di tessuti e costumi – pezzi rari e unici – e l’originale percorso dedicato al profumo dà conto di un altro aspetto peculiare e affascinate della tradizione veneziana.
E proprio alle manifatture e alla creatività più tipiche di queste terre sono dedicati invece i musei civici nelle isole lagunari. Spettacolare il Museo del Vetro di Murano: per scoprire, con il nuovo allestimento e una nuova e luminosa ala, la storia e qualità del vetro artistico dell’isola nei secoli passati fino al connubio novecentesco tra maestri vetrai e designer.
Qui, fino all’11 settembre, la mostra “Silvia Levenson. Identidad desaparecida” testimonia anche il dialogo più che mai vivace tra vetro e arte contemporanea. Sempre poetico ed emozionante il Museo del Merletto a Burano: custode di preziose testimonianze della produzione veneziana dal XVI al XX secolo e sede tuttora della Scuola dei Merletti di Burano.
A cura di Silva Valier
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