Milano Pop. Cose quotidiane, immagini sapientemente banali
Nell’ambito di Milano Art Week, lo Spazio Espositivo di Palazzo Lombardia, a Milano, sede della Regione, ospita dal 4 aprile al 29 maggio 2019, la mostra “Milano Pop” a cura di Elena Pontiggia, organizzata dal Comune di Milano in collaborazione con Miart.
L’esposizione è promossa da Arteutopia e dalle Associazioni Sergio Sarri e Giangiacomo Spadari in collaborazione con Regione Lombardia, Collezione Koelliker e Fontanasedici Srl.
Gli anni Sessanta e Settanta vengono raccontati una cinquantina di lavori, molti dei quali inediti, eseguiti dai principali protagonisti milanesi della Pop Art, movimento artistico illustrante le icone e le contraddizioni della società contemporanea.
La Pop Art è conosciuta come corrente artistica datata approssimativamente dall’inizio del 1950. Nasce negli Stati Uniti, dove è ben rappresentata da Roy Lichtenstein (1923-1997) che si richiamò al mondo dei fumetti, George Segal (1924-2000) che costruì grandezza naturale figure in gesso colte in gesti di vita quotidiana, Claes Oldenburg (1929) e Andy Warhol (1928-1987) che riprodussero in grande scala beni di consumo, James Rosenquist (1933-2017) con i suoi enormi cartelloni pubblicitari.
In particolare, Andy Warhol, anche regista cinematografico, trasformò l’opera d’arte da oggetto unico in prodotto in serie, come nella celebre serie di zuppa di pomodoro Campbell.
In Italia, i nostri artisti preferirono prendere le distanze dal movimento americano, accusandolo d’essere un inno al consumismo, quindi rifiutarono l’appellativo di “pop” e si espressero con ironia. Vennero definiti “linguisticamente autonomi” rispetto agli americani e agli altri europei. Affrontarono i temi di un nuovo paesaggio visivo, dopo i traumi della guerra.
Lo straordinario fervore artistico investì l’intera penisola ma ebbe i suoi centri nevralgici in Milano e Roma.
<<Sono dodici i protagonisti della mostra “Milano Pop” che – come afferma la professoressa Elena Pontiggia – hanno variamente dialogato col linguaggio pop: Valerio Adami (1935), Enrico Baj (1924-2003), Paolo Baratella (1935), Gianni Bertini (1922-2010), Fernando De Filippi (1940), Lucio Del Pezzo (1933), Umberto Mariani (1936), Silvio Pasotti (1934), Sergio Sarri (1938), Gianni Spadari (1938-1997), Tino Stefanoni (1937-2017), Emilio Tadini (1927-2002). Il riferimento a Milano, bisogna subito precisare, non va inteso in un’accezione anagrafica e nemmeno nel senso fiscale di una fissa dimora, ma come rapporto con una comunità di artisti. Dei dodici nominati solo Baj, Mariani e Tadini sono nati all’ombra del Duomo. Adami e Baratella sono bolognesi, Bertini pisano, De Filippi pugliese, Del Pezzo napoletano, Pasotti bergamasco, Stefanoni lecchese, Sarri torinese, Spadari di San Marino. La tematica politica non poteva non occupare una parte della pittura di quel periodo. In questo senso la scena milanese, che non dà mai luogo a movimenti o gruppi, si può dividere in due segmenti. Da un lato troviamo motivi e suggestioni pop che intridono di valenze metafisiche, reminiscenze dotte, sfumature ironiche, come in Adami, De Pezzo, Tadini, Stefanoni. Dall’altro troviamo un linguaggio pop che esprime una critica sociale, come in Baj, Bertini, Pasotti, Sarri, o una dimensione specificatamente politica, come in Baratella, De Filippi, Spadari e in parte Mariani che con loro spone per molti anni. E’ un segmento particolarmente nutrito quest’ultimo.i cui esiti oggi, cadute ormai le ideologie, si possono leggere soprattutto nelle loro valenze simboliche e visionarie>>.
La mostra si completa di un video-documentario con testimonianze e interviste esclusive agli artisti e alla curatrice raccolte da Stefano Sbarbaro. Accompagna l’esposizione un approfondito catalogo con un testo critico di Elena Pontiggia ed altre interviste inedite agli artisti.
Importante evento collaterale che accompagna per tutta la sua durata “Milano Pop” la mostra tematica “Cinema Pop” che inaugura mercoledì 10 aprile presso la Galleria Robilant+Voena, in collaborazione con l’Associazione Sergio Sarri e Giancarlo Spadari. L’esposizione, attraverso una trentina di lavori di Sarri e Spadari intende approfondire un aspetto comune a questi due protagonisti della Pop Art milanese “attenti entrambi alle modalità espressive del cinema come spunto pittorico. Come la pittura anche il cinema fonda le sue basi sull’immagine; tuttavia, mentre il film la sviluppa nello spazio e nel tempo, l’arte pittorica la cristallizza in un “fotogramma”.
Milano Pop
Pop Art e dintorni nella Milano degli anni ’60/’70
4 aprile – 29 maggio 2019
Spazio Espositivo di Palazzo Lombardia via Galvani 27, Milano
Ingresso libero
Orari: lun-ven 11.00-19.00, sab –dom 15.00-19.00
Chiuso a Pasqua, Lunedì dell’Angelo, 25 aprile e 1 maggio
Visite guidate con gli Artisti: giovedì 9 maggio ore 19:00; giovedì 23 maggio
Info pubblico e prenotazione obbligatoria : milanopop@f16arte.it
Judith Maffeis Sala
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