fratture da fragilità

Fratture da fragilità, un’emergenza da affrontare

Le fratture da fragilità ossea – la conseguenza più grave per le persone con osteoporosi – rappresentano un’emergenza di salute pubblica che ad oggi non ha trovato adeguate risposte nel nostro Paese.

Queste fratture – che in Italia fanno registrare numeri decisamente più alti che nel resto d’Europa – causano disabilità complessa, riduzione della qualità di vita e limitazione funzionale, oltre ad aumentare il rischio relativo di mortalità.

La Coalizione FRAME-Fratture da Fragilità – (un’alleanza progettuale che vede il coinvolgimento di ventisei soggetti nazionali di rappresentanza professionale, associativa e ordinistica – https://www.ortopediciesanitari.it/alleanza-contro-le-fratture-da-fragilita/) da due anni sta intensamente attivandosi affinché queste tematiche siano affrontate con attenzione ed efficacia, generando scelte nazionali e regionali fortemente attese, necessarie e non più procrastinabili.

E’ con grande soddisfazione che la Coalizione FRAME ha registrato nei giorni scorsi l’intervento parlamentare della Senatrice Maria Rizzotti che – inquadrando questa criticità nella situazione di pandemia da SARS-CoV-2 e delle sue conseguenze – ha presentato una Interrogazione a risposta scritta (nr. 4-03518) sulle “Misure di monitoraggio e riconoscimento prioritario delle fratture da fragilità ossee”.

Nell’interrogazione sono state poste due domande specifiche: prima di tutto “se il Ministro della Salute (Roberto Speranza) non ritenga di intervenire al fine di riconoscere le fratture da fragilità ossee come emergenza e priorità di sanità pubblica, istituendo delle unità di frattura sul modello FLS (Fracture Liaison Service) a tutela del paziente e a beneficio del sistema.”

La seconda domanda proposta dalla Senatrice riguarda l’interrogativo se il Ministro Roberto Speranza “non ritenga di dover intervenire al fine di creare un sistema di riconoscimento e monitoraggio delle fratture da fragilità con codice identificativo e codifica del paziente, per sviluppare percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali interdisciplinari dedicati alle persone con fratture da fragilità ossea, con l’obiettivo di ridurre la frammentazione nella fornitura di servizi sanitari e migliorare la qualità e l’efficacia dell’assistenza ai pazienti.”

Nel suo intervento introduttivo all’Interrogazione, la Senatrice ha ricondotto i due quesiti alla situazione attuale, ricordando che “le misure adottate congiuntamente dal Ministro della Salute e dal Ministro dell’Interno allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi dell’infezione COVID-19 su tutto il territorio nazionale hanno limitato molto l’attività motoria e ricreativa all’aperto, vietando l’attività fisica e riabilitativa.”

Essere costretti a trascorrere molto tempo a casa “ha così indotto una parte degli italiani a prolungata sedentarietà, soprattutto gli anziani con malattie croniche, come diabete o malattie polmonari, cardiache o renali.

Si tratta di soggetti che, dopo mesi di inattività, hanno il più elevato rischio di fratture.”

Maria Rizzotti ha ricordato che “per alzare il livello di attenzione sul tema della fragilità ossea, già dallo scorso anno molte società medico-scientifiche e associazioni di pazienti hanno dato vita alla Coalizione FRAME, un’alleanza concentrata sul tema delle Fratture da Fragilità, che ha prodotto un Manifesto Sociale con il quale è stata sollecitata l’adozione di scelte di politica sanitaria e adeguate iniziative che consentano, attraverso nuovi modelli gestionali, di prevenire e contrastare efficacemente le fratture da fragilità ossea.”

L’Interrogazione presentata dalla Senatrice Rizzotti giunge a pochi giorni da un evento particolarmente importante proposto dalla Coalizione FRAME: nella giornata dell’8 giugno prossimo si terrà infatti il web meeting Fratture da Fragilità: un’emergenza, riunione del Tavolo nazionale della Coalizione, evento che vedrà la partecipazione – oltre che dei membri dell’alleanza – anche di politici nazionali e regionali, di rappresentanti di Istituto Superiore di Sanità (https://www.iss.it/), AIFA (Agenzia italiana del farmaco – https://www.aifa.gov.it/) ed AGENAS (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali – https://ape.agenas.it/), oltre ad una serie di referenti dei sistemi sanitari regionali, tra cui i responsabili dei servizi farmaceutici, con cui verrà avviata la fase dei “Regional Chapters” (Capitoli Regionali) dell’intero progetto.

 

Stefania Bortolotti

 

 

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