Pordenone Docs Fest – Le voci dell’inchiesta dal 10 al 14 novembre 2021

Pordenone Docs Fest – Le voci dell’inchiesta

Pordenone Docs Fest – Le voci dell’inchiesta dal 10 al 14 novembre 2021

Pordenone Docs Fest

Il festival del documentario svela il ricco programma di anteprime nazionali, workshop, incontri, masterclass, approfondimenti legati alla presenza di ospiti internazionali,

chiamati a costruire un caleidoscopico sguardo sul mondo, attraverso temi quali

geopolitica ai diritti civili, dalla guerra alle battaglie delle donne,

dalle riflessioni sulla nostra storia recente all’arte contemporanea.

Alla giornalista Francesca Mannocchi e al fotoreporter Alessio Romenzi

sarà consegnato durante la serata inaugurale il premio Il Coraggio delle Immagini

per il loro impegno nel documentare la stringente attualità.

Ritornano il Premio della giuria, quest’anno composta

dalla produttrice Erica Barbiani e dai registi Davide Ferrario e Agostino Ferrente,

e il Crédit Agricole FriulAdria GREEN Documentary Award,

che quest’anno premia il cinema del maestro Werner Herzog

dal 10 al 14 novembre 2021

www.voci-inchiesta.it

Pordenone Docs Fest – Le voci dell’inchiesta

La XIV edizione del Pordenone Docs Fest – Le Voci dell’Inchiestadal 10 al 14 novembre 2021 – torna in presenza a Cinemazero, portando il meglio dal mondo del documentario al suo pubblico.

La volontà di portare sullo schermo un assaggio di cinema del reale proveniente da ogni angolo del globo – e selezionato nei più prestigiosi festival internazionali – è come sempre proposta nella rodata formula che vede il coinvolgimento di importanti ospiti chiamati ad approfondire temi legati all’attualità, all’impegno sociale e al giornalismo d’inchiesta, che da sempre caratterizza il festival.

Pordenone Docs Fest

Realizzato con il sostegno del Ministero della Cultura, della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, di TurismoFVG, del Comune di Pordenone, di Fondazione Friuli, di Crédit Agricole Friuladria, di Servizi CGN, di Coop – Alleanza 3.0, quest’anno Pordenone Docs Fest – Le Voci dell’Inchiesta vede anche la collaborazione con MYmovies.it, che ospiterà online una selezione dei migliori titoli dell’edizione, per arrivare al più vasto pubblico possibile.

Pordenone Docs Fest

Ogni anno Pordenone Docs Fest – Le Voci dell’Inchiesta fa un enorme sforzo di selezione per portare in Italia il meglio del documentario internazionale – sottolinea Riccardo Costantini, coordinatore del festival – nel tentativo di fornire strumenti di interpretazione per la realtà e i tempi caotici che viviamo. Una prova di “ecologia” del cinema del reale che, scegliendo il meglio tra centinaia di film, anche quest’anno ci riporta significativamente su alcuni temi che affrontiamo da anni: esempi di donne che combattono per affermare i loro diritti, gli orrori di fronti bellici che sembrano destinati a non conoscere la pace, temi ecologici di sempre più pressante attualità. Anche in questa edizione consegniamo al pubblico cinque giorni densissimi, da vivere “viaggiando” fra le proposte, sperando che molti dei film che portiamo in Italia in anteprima raggiungano il più ampio pubblico perché capaci, se non di cambiare le cose, di cambiare il modo in cui le guardiamo”.

Pordenone Docs Fest

I TEMI DEL FESTIVAL

Geopolitica, diritti e battaglie civili, giovani e creatività, pandemia, culture lontane, storie femminili e molto altro verranno raccontati attraverso i migliori documentari in circolazione, per rinnovare la riflessione sul mondo. 25 lungometraggi internazionali in programmazione, ci cui oltre una decina in anteprima nazionale, per 50 proiezioni in 5 giornate di festival, con 20 nazioni rappresentate: un viaggio che dall’Italia porterà in Spagna, USA, Serbia, ma anche Iran, Costa Rica, Giappone, Palestina, solo per citarne alcuni.

I focus emergono poi letteralmente da quella che è la fotografia del presente che la produzione internazionale restituisce e che quest’anno, per esempio, mostra un’attenzione particolare all’attivismo, alla necessità di riappropriarsi di possibilità, come testimoniano le anteprime nazionali Be My Voice (in collaborazione con Voce Donna, Carta di Pordenone e Associazione Neda Day), ritratto della giornalista e attivista Masih Alinejad, voce di milioni di donne iraniane che si ribellano sui social media contro l’hijab forzato, presentato dalla regista Nahid Persson, a sua volta rifugiata in Svezia; Dear Future Children di Franz Böhm, che attraverso le storie di tre attiviste mostra il mondo in fiamme, ma anche possibili soluzioni; o l’incredibile storia di Writing with fire di Sushmit Ghosh e Rintu Thomas, che ci porta in India tra donne appartenenti alla casta degli intoccabili, che reagiscono alla loro condizione fondando un proprio giornale; o ancora The Soviet Garden di Dragos Turea, sconcertante documentario sugli OGM radioattivi nell’URSS.

Di reazioni parla anche Chef Flynn (anteprima nazionale) di Cameron Yates, un documentario coinvolgente sul viaggio da ragazzo a uomo di Flynn McGarry, che a soli dieci anni ha trasformato il soggiorno della casa di sua madre a Los Angeles in un supper club da stella Michelin e che ha sfidato la gerarchia del mondo culinario. Naviganti di Daniele De Michele, attraverso il dj, economista, gastronomo Donpasta, – definito dal New York Times uno di più inventivi attivisti del cibo – racconta una quotidianità pandemica intrecciata a quella di altri creativi, che dalla negazione di possibilità approdano a soluzioni imprevedibili. Post visione Donpasta si esibirà in uno dei suoi live show, fra fornelli e vinili. Anche IoNoi dell’artista Nico Vascellari racconta del tentativo di superare le limitazioni imposte dal Covid interpretando il concetto di tournee, nei salotti delle persone.

Oppure Fly Rocket Fly (anteprima nazionale) di Oliver Schwehm, dedicato alla folle storia di ingegneri appassionati che si trasferiscono nella giungla congolese per conquistare lo spazio creando la prima compagnia di lancio spaziale privata al mondo fondata negli anni Settanta, arrivando a scompaginare gli scenari dei due poli della guerra fredda.

Un ribaltamento prospettico è fornito invece da White Cube, in cui il regista Renzo Martens sfrutta i proventi di una mostra a New York, dove ha esposto delle sculture di cioccolata realizzate in Congo, per riacquistare la terra confiscata dalle multinazionali ai braccianti che l’hanno aiutato e trasformarla in un giardino ecologico. Un tentativo concreto di invertire il flusso della ricchezza e utilizzare i privilegi associati al mondo dell’arte per portare un vero cambiamento. O da Bound (anteprima nazionale) di Jean–Armand Bougrelle dove, invece di corpi oggetti erotizzati da e per gli uomini, incontriamo donne amanti dei loro desideri, che usano le corde del bondage giapponese per creare arte, per guarire, per comunicare, per esprimersi. Rebel Objects (anteprima nazionale) segue invece l’antropologa e regista Carolina Arias Ortiz, che torna nella casa natale in Costa Rica per cercare di ricostruire il rapporto travagliato con il padre, fantasma tra i fantasmi, come quelli delle Sfere Diquís: le antiche e misteriose sfere che punteggiano la giungla costaricana e fanno da monito a una storia indigena cancellata. E ancora Magaluf ghost town (anteprima nazionale) di Miguel Angel Blanca, storia di respiro internazionale sui sogni di una città che cerca semplicemente di sopravvivere in un contesto turistico, che verrà accompagnato al festival da un’ampia riflessione “antropop” sull’evoluzione dell’“Homo Turisticus” del noto antropologo Duccio Canestrini.

Infine, di conflitti parlano altre tre anteprime nazionali: Mission Hebron, di Rona Segal, attraverso le testimonianze di giovani ex soldati israeliani fornisce un quadro scioccante dell’oppressione dei civili palestinesi; Of Land and Bread di Ehab Tarabieh documenta la vita quotidiana dei palestinesi in Cisgiordania, una storia di vulnerabilità, bullismo e umiliazione costante in cui l’unica difesa è una telecamera; BELLUM – The Daemon of War di David Herdies e Georg Götmark fa riflettere invece sulla spersonalizzazione del conflitto con l’avvento dell’intelligenza artificiale e della digitalizzazione delle armi, fornendo un ritratto shockante del  attuale contesto bellico.

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I PREMI DEL FESTIVAL

Il ricco programma verrà coronato da ben cinque premi dedicati alle opere più significative della XIV edizione, in primis Il Coraggio delle Immagini – col sostegno dell’Ordine dei Giornalisti nazionale, in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti del Friuli Venezia Giulia – alla reporter, regista e scrittrice Francesca Mannocchi e al fotografo Alessio Romenzi, con cui verrà inaugurata l’edizione, mercoledì 10 novembre.

I giornalisti – che hanno raccontato sulle pagine delle principali testate del mondo le tensioni internazionali della Siria e della Libia fino alla recentissima crisi afghana – porteranno eccezionali materiali in anteprima.

La giuria del festival, composta dai registi Davide Ferrario e Agostino Ferrente e dalla produttrice Erica Barbiani, assegnerà l’ambito Grand Jury Prize, da molti anni uno dei premi più prestigiosi per il documentario internazionale in Italia.

Per il secondo anno, inoltre, sarà consegnato il Crédit Agricole FriulAdria GREEN Documentary Award assegnato al Cinema di Wener Herzog, da sempre capace di portare il pubblico sulla necessità – sempre più impellente – di riflettere sul rapporto fra uomo e natura. Il premio sarà consegnato durante la serata finale del festival in occasione dell’esclusivo cineconcerto The face of god, music for Werner Herzog di Ernst Reijseger (compositore di numerose colonne sonore per diversi documentari diretti dal regista) & Cuncordu e Tenore de Orosei, cantori tradizionali sardi, per una speciale commistione di culture, suoni e sfumature che riempiranno la SalaGrande di Cinemazero, dove nell’occasione saranno registrate le musiche del nuovo film di Herzog.

Non mancheranno, anche quest’anno l’Audiance Award, decretato dal pubblico, che per ogni proiezione avrà la possibilità di votare il documentario preferito, e lo Young Audience Award, scelto da una giuria di giovani critici Under30 e dallo Young Club di Cinemazero.

EVENTI SPECIALI

Come da tradizione non mancheranno anche quest’anno eventi speciali, incontri formativi e occasioni di approfondimento dei temi trattati nella XIV edizione del festival.

Oltre alle speciali matinée dedicate alle scuole del territorio (Isis Tomorrow, Dear Future Children, Writing with fire) in programma anche workshop, come Memorie per dopodomani – il cinema documentario racconta la letteratura, curato dal videomaker Lorenzo Pallini, o Ecologia dello sguardo, condotta dal regista e giurato Agostino Ferrente, uno speciale laboratorio sull’ecologia delle immagini.

Davide Ferrario, altro giurato del festival, domenica 14 novembre in una masterclass a ingresso gratuito farà un excursus sulla sua filmografia, con uno speciale focus sul cinema indipendente. Spazio anche alle tavole rotonde per gli “addetti ai lavori”, come La cultura in rete, in programma giovedì 11 novembre, organizzata in collaborazione con AVI – Mediateche e Videoteche Italiane e AIB – Sezione FVG, per analizzare la situazione delle piattaforme digitali e degli archivi in Italia nell’era del Covid.

A filmmakers, registi indipendenti, documentaristi è dedicato l’incontro WIKI DOC, un convegno per discutere, anche in maniera molto pratica, sul mondo della produzione documentaristica, mentre per gli esercenti cinematografici è in programma la tavola rotonda di domenica 14 novembre D’Essai, ma perché?, in collaborazione con la casa di produzione friulana Tucker Film.

SPECIALE OMAGGIO A PIER PAOLO PASOLINI

Non poteva mancare lo sguardo retrospettivo che ogni anno si concentra su un grande maestro e che per la XIV edizione si concentra su Pasolini: i documentari, una speciale selezione a cura di Federico Rossin dedicata a Pasolini documentarista, a cui il festival dedica anche una nuova pubblicazione. La rassegna propone il lavoro di alcuni documentaristi, all’epoca al loro esordio – tra cui Cecilia Mangini ed Ermanno Olmi, ma anche Mario Gallo – che tra gli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta collaborano con Pasolini, che scrisse testi o voce narrante di alcuni dei loro film. A questo si affiancano i lavori – visti poco anche dai cinéphile – con cui il poeta, che si apprestava a diventare regista iniziava a innovare il cinema documentario italiano e internazionale della sua epoca, inserendosi a pieno titolo fra i grandi cineasti del reale degli anni Sessanta e Settanta.

Informazioni e aggiornamenti su https://www.facebook.com/VociInchiesta

Programma su www.voci-inchiesta.it

Le voci dell’inchiesta – Pordenone Docs Fest è uno dei più importanti festival in Italia dedicato al cinema del reale, dell’impegno sociale e del giornalismo d’inchiesta con ospiti nazionali e internazionali e anteprime italiane dai principali festival del mondo. Se la vocazione originaria del festival – che ha visto tra i suoi ospiti fra gli italiani Gianfranco Rosi, Liliana Cavani, Luciano Emmer, Gianni Minà, Ugo Gregoretti, Sergio Zavoli, Angelo Guglielmi, Riccardo Iacona, Furio Colombo, Corrado Stajano, Mario Dondero, Cecilia Mangini, Letizia Battaglia – partiva da un interesse per il cinema di impegno sociale e per il giornalismo d’inchiesta, successivamente si è trasformato in un’occasione per mostrare lo stato dell’arte della produzione di cinema del reale, proponendo al grande pubblico documentari di grande qualità, non solo interessanti e significativi per le tematiche affrontate. Basti pensare che alcuni dei documentari ospitati in anteprima nazionale nelle precedenti edizioni del festival – come WUHAN – 76 days, The Painter and the Thief e Our Time Machine nel 2020 – sono stati nominati agli Oscar arrivando nelle shortlist dei primi cinque o dieci. L’impegno della manifestazione si fonda inoltre sulla volontà di comprendere il mondo di oggi attraverso una pluralità di sguardi, di raccontare la contemporaneità in modo critico e con strumenti cinematograficamente efficaci. E questo è uno degli aspetti più cari al Pordenone Docs Fest: individuare e valorizzare registi spesso giovanissimi e poco noti, il cui valore merita di arrivare al grande pubblico. Il festival dà dunque spazio a opere che al momento della proiezione, nella quasi totalità dei casi, non hanno un distributore nazionale, contribuendo a dargli una circuitazione: un lavoro culturale fondamentale.

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