Ansia sociale e tgecnologia
di Laura Rivolta, sessuologa psicologa psicoterapeuta
L’ansia è diventata la malattia del secolo, soprattutto sociale. Può essere cronico, quindi riguardare la propria quotidianità, o situazionale, come il timore del giudizio altrui sulla propria performance.
Ansia sociale e tecnologia
Chi vive l’ansia sociale può temere lo sguardo degli altri, ma anche agire comportamenti tossici e inopportuni come eccedere nel bere e/o evitare di uscire.
Ansia sociale e tecnologia
Ogni situazione di convivialità viene vissuta come fattore di rischio.
Ansia sociale e tecnologia
Nel tempo delle applicazioni, dei siti, della interconnessione permanente, delle connessioni virtuali con le persone, l’ansia sociale si è estinta o è peggiorata? La mia lunga esperienza come psicologa e sessuologa non può che confermarne la persistenza. La dimensione virtuale della socialità ha potenziato il problema, come si legge e si sente costantemente nei quotidiani, nei podcast e alla tv.
Ansia sociale e tecnologia
Dove si pone la criticità assoluta?
Si assiste ad un paradosso: il moltiplicarsi delle opportunità di conoscenza attraverso internet tende a ridurre o azzerare la disponibilità all’incontro, portando molti a procrastinare o a evitare il contatto reale con l’altro. Queste criticità nel comparto sentimentale e interattivo sociale, peraltro, si complica.
Veniamo diseducati all’interazione reale. Del resto anche la velocità dei contatti “mordi e fuggi” rappresenta un altro fattore che annacqua ogni frizione.
Quali sono le cause? L’ansia sociale è un’emozione centrale, “antica”, si radica nel timore del giudizio altrui, di fare brutta figura, di essere esclusi. Nelle interazioni sociali questi aspetti possono tradursi in paura di essere osservati, di mostrarsi imbarazzati o apparire ridicoli. La bassa autostima fa percepire inadeguati, minimizza le risorse personali, talvolta anche sotto forma di ansia ad esporsi.
Il rischio è di percepire una sorta di analfabetismo emotivo, di incapacità di interagire con naturalezza, una mancanza di confidenza.
Sottrarsi alle interazioni sociali, come risposta protettiva all’ansia, fa venir meno il “laboratorio esperienziale” fondamentale e necessario per educarsi all’incontro con l’altro.
Decalogo per gestire l’ansia sociale: strategie e tecniche.
La prima strategia di gestione dell’ansia sociale è lavorare su sé stessi. Non è facile! Dandosi il giusto tempo, però, e accettando l’impaccio tipico delle sperimentazioni, è possibile fare progressi.
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