Riccardo Braccialini

ASSEMBLEA ANNUALE ASSOCIATI AIMPES: DATI INCORAGGIANTI SUL MERCATO DELLA PELLETTERIA 2015

Lo scorso 30 aprile 2016 si è svolta a Bologna l’Assemblea annuale di AIMPES (Associazione Italiana Pelletteria). Il neo Presidente Riccardo Braccialini (nella foto) ha stilato il bilancio del primo anno di mandato e ha presentato lo stato dell’arte del settore dell’anno 2015.

Il percorso dell’associazione corre su un duplice binario: determinatezza nel riacquistare centralità all’interno del sistema moda e riposizionamento di MIPEL all’interno del panorama fieristico dell’accessorio. MIPEL, il salone internazionale di pelletteria e accessorio moda, infatti è una manifestazione rinnovata nell’immagine e nella qualità dell’offerta.

L’occasione di oggi è stato il giusto contesto per adeguare AIMPES ai dettami dello statuto di Confindustria, che ha subito delle modifiche soprattutto in materia di regole e trasparenza”- afferma Riccardo Braccialini, Presidente AIMPES.

Nel corso dell’assemblea bolognese è stato presentato il nuovo innovativo progetto di AIMPES: MIPEL VIRTUAL HUB, il primo salone virtuale della Pelletteria che inaugurerà a settembre 2016.

In collegamento video direttamente dalla Silicon Valley, Marco Campanari, titolare di Hyperfair-  società che sviluppa la piattaforma- ha illustrato il progetto con una demo creata appositamente per l’evento . Grazie  alla piattaforma di realtà virtuale creata per business events, gli espositori potranno essere visibili e contattabili sempre e ovunque,  promuovere il brand e i prodotti ed entrare in contatto con i buyer accreditati.

Siamo orgogliosi di essere la prima fiera del comparto moda ad aver avviato un progetto business oriented con caratteristiche di continuità e con l’uso delle tecnologie più avanzate”- aggiunge Roberto Briccola.

Nel corso della giornata è stato presentato il quadro congiunturale 2015 che vede l’export crescere del 6% in valore e del 3% in volume: una leggera frenata del trend, che evidenzia comunque un consuntivo finale ampiamente positivo.

Il valore del fatturato estero ha superato i 6,4 miliardi e il saldo della bilancia commerciale è stato di 3,9 miliardi di euro. Gli Stati Uniti si sono confermati il volano di crescita dei distretti pellettieri con un aumento del fatturato del 13% e un valore di 634 milioni.

Performance significative anche in Germania ( +11%), Spagna (+15%), Paesi Bassi (+13%) e Gran Bretagna (+6%). Fuori dall’Europa il fatturato del settore è cresciuto in Cina (+18%)Giappone (+7%) e Hong Kong (+7,3%). Pur con fatturati contenuti nei valori assoluti si sono registrate dinamiche in forte progressione in paesi  di recente acquisizione per il settore quali: Canada (+35%), Australia (+28%), Danimarca (+21%), Arabia Saudita (+16%), Emirati Arabi (+8%). Più che dimezzati rispetto a due anni fa sono invece i valori riferiti alle esportazioni nella Federazione Russa, che nel 2015 accusa un’ulteriore  contrazione del 20,5%, e in Ucraina con un calo ancora più sensibile del fatturato (-30%). 

La fascia dei prodotti di lusso continua ad essere trainante in relazione alle esportazioni del settore nonostante si sia rilevata una lieve flessione nel segmento.

Le importazioni nell’anno 2015 sono cresciute del  15% in valore e del 2% in quantità.

Un trend generato da una sempre maggiore competitività sul prezzo finale dei prodotti d’importazione e da un aumento dello standard qualitativo.

Aumenta il prezzo medio dell’export riferito ai prodotti in pelle ( +6%) e nello specifico nelle borse da donna ( + 9%), articolo di punta dei brand di alta gamma. Il principale paese importatore di prodotti italiani in pelle è la Repubblica Popolare Cinese (38%) con un valore di 969 milioni e una crescita del 10%. Gli altri significativi mercati di importazione sono Tunisia (+67%), India (+31%), Vietnam (+27%) e Slovenia (+15%).

Il mercato domestico permane in uno stato di sofferenza: i consumi delle famiglie italiane sono in contrazione, e il volume degli acquisti dei prodotti in pelle è sceso di un ulteriore 2,8%. La spesa, stimata intorno agli 1,6 miliardi ha segnato una flessione del 2,5% con un lievissimo aumento del prezzo medio, che ha interessato soprattutto l’acquisto di prodotti di importazione.

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