Buon Compleanno QUID+, una chiacchierata con Barbara Franco e 5 esperti della linea editoriale educativa

Buon Compleanno QUID+, una chiacchierata con Barbara Franco e 5 esperti della linea editoriale educativa

Buon Compleanno Quid+

QUID+, la linea editoriale educativa edita da Gribaudo, parte del Gruppo Feltrinelli, ha festeggiato il proprio compleanno lo scorso 11 ottobre a Milano, presso laFeltrinelli di C.so Buenos Aires 33.

Un palinsesto ricco per il mondo delle famiglie, che nasce per raccontare il “dietro le quinte” di ogni prodotto QUID+ e i nuovi progetti dedicati all’apprendimento dei più piccoli e dei loro genitori.

E’ stata una chiacchierata con Barbara Franco, ideatrice e autrice della collana educativa, sul tema Perché oltre 200.000 famiglie in Italia hanno già scelto QUID +, e 5 esperti della linea editoriale educativa rivolta ai bambini e alle loro famiglie, che hanno collaborato allo sviluppo dei prodotti educativi.

Buon compleanno Quid+

Questi gli specialisti del settore intervenuti: Nicola Tomba di Giocando-Imparo, Dott. in Scienze e Tecniche di Psicologia Cognitiva e influencer con 60.000 followers, che è intervenuto sul tema Perché il Parent Training è essenziale oggi; Verdiana Ramina, la dietista delle famiglie e influencer con 230.000 followers, che ha elargito 3 consigli per il momento della pappa; Sara Nicoliello Ellis di Inglese Bimbi, madrelingua inglese, insegnante e influencer con 25.000 followers, che ha intrattenuto su La lingua inglese in un mondo sempre più globale: come introdurlo fin da piccolissimi; Fabio Porporato, psicologo, psicomotricista e influencer con 20.000 followers, che ha esposto il tema Perché è importante che i bambini giochino da soli; e infine Elpidio Cecere, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale e influencer con 350.000 followers, che ha affrontato il tema su Spoiler in arrivo: cosa sono Le mappe del cuore, nonché autore del libro “Le mappe del cuore” in uscita il 18 ottobre.

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Nella circostanza è stata presentata la scatola gioco “Tocca, esplora e impara”.

Di seguito gli articoli a firma di Barbara Franco e Fabio Porporato, che hanno collaborato alla realizzazione della scatola gioco, sui temi:

  • Touch Screen e Manipolazione: il rapporto dei bambini con la tecnologia curato da Barbara Franco;
  • L’esplorazione spontanea nel gioco: un’occasione di scoperta e apprendimento per i bambini curato da Fabio Porporato.

TOUCH SCREEN E MANIPOLAZIONE: IL RAPPORTO DEI BAMBINI CON LA TECNOLOGIA

Articolo a cura di Barbara Franco, autrice di “Tocca, esplora e impara” e ideatrice di QUID+

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L’evoluzione tecnologica e digitale ha trasformato le nostre vite, influenzando profondamente anche la quotidianità dei bambini, in particolare con l’utilizzo del touch screen. Secondo uno studio condotto in Italia nel 2016 e integrato nel 2019 dal Centro per la Salute del Bambino di Trieste, il 17% dei bambini sotto i 12 mesi usa da solo un dispositivo dotato di touch screen. D’altronde le app, pensate e progettate per un pubblico sempre più giovane, funzionano con gesti molto semplici come toccare, trascinare e scorrere il dito, capacità che sono ampiamente padroneggiate già da un bimbo di pochi mesi. Inoltre, il touch screen cattura l’attenzione dei più piccoli, che vengono attratti dai colori, le forme e gli stimoli sonori prodotti dallo schermo. La centralità delle mani e il fatto che un piccolo gesto produca un risultato immediato sul display, genera anche un potente effetto di rinforzo positivo, che gli oggetti reali non sempre sono in grado di provocare, ma è la sensazione tattile a mancare, quella risposta sensoriale che i polpastrelli percepiscono quando si tocca un oggetto concreto e che permette di conoscere ed entrare in contatto davvero con la realtà.

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In questo contesto l’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha elaborato una serie di linee guida per la salute dei più piccoli e il loro corretto sviluppo fisico e mentale, secondo cui sarebbe bene evitare l’utilizzo di smartphone e tablet nei primi due anni di vita. L’uso prolungato del touch screen infatti sembrerebbe causare una maggiore distrazione e una minore capacità di concentrazione. A tal proposito, esistono diversi altri aspetti che gli adulti dovrebbero considerare, come il fatto che, sempre al di sotto dei due anni di età, i bambini non possiedono ancora le competenze di pensiero simbolico, utili a comprendere che ciò che vedono sullo schermo è solo un simbolo di un oggetto concreto, ed è pertanto difficile che trasferiscano gli apprendimenti dal digitale alla loro vita quotidiana reale. Anche la capacità di autoregolazione emotiva può essere costruita soltanto nella relazione con gli adulti di riferimento e non può essere delegata a un dispositivo elettronico, il cui uso può invece generare dipendenza. Infine, un’elevata esposizione agli schermi touch screen può portare a una più rapida risposta agli stimoli esterni e di conseguenza a una diminuzione del controllo dell’attenzione volontaria. È importante, come genitori, conoscere quindi i rischi di una prematura esposizione al digitale e capire come trasmettere ai propri figli, dopo i tre anni di età, un corretto uso dei suoi strumenti, monitorandone l’utilizzo, sia selezionando opportunamente i contenuti (ossia giochi, applicazioni, film e cartoni animati), che regolamentando i tempi, i quali non devono mai essere superiori all’ora e mezza al giorno in tranche non maggiori ai 45 minuti tra tablet, smartphone, TV e videogiochi.

Viviamo in un’epoca in cui il touch screen sembra prevalere sulla manualità e sulla manipolazione degli oggetti che, invece, è essenziale nei primi anni di vita e proprio per questo è importante stimolarla sin da piccoli. Giocare insieme ai bambini e permettere loro di esplorare il mondo attraverso le mani è indispensabile per aiutarli a sviluppare inventiva e manualità. Le esperienze di manipolazione, assemblaggio e costruzione, messe in atto sempre attraverso il gioco e il divertimento, offrono infatti la possibilità di consolidare la coordinazione oculo-manuale, sviluppare abilità fino-motorie, stimolare la creatività e favorire l’espressione di stati emotivi. Alcuni esercizi manipolativi che si possono svolgere insieme al proprio bimbo sono: sfiorare, toccare e grattare; afferrare e stringere; stropicciare; aprire e chiudere; impilare; infilare; scuotere e battere; pizzicare; mettere dentro-fuori; incastrare; avvitare e svitare; travasare. Le capacità di manipolazione cambiano in base all’età del bambino e le attività da proporre possono essere svariate. Tra le più interessanti, spicca sicuramente quella legata al Cestino dei Tesori di Elinor Goldschmied, psicopedagogista britannica: una tecnica ludica, rivolta ai bambini di età compresa fra i 6 e i 10 mesi, che raccoglie e fornisce una ricca varietà di oggetti comuni scelti per stimolare tutti i sensi e supportare l’apprendimento e la concentrazione. Il cestino deve avere un diametro di circa 35 cm per 10 cm di altezza, con fondo piatto, resistente e senza manici, in modo da evitare che il bambino, appoggiandosi, lo rovesci. Nella selezione degli oggetti, è consigliabile evitare quelli in plastica e preferire quelli naturali come pigne, conchiglie, zucche essiccate e di diverso materiale come bambù, paglia, lana, legno, metallo, pelle, tessuto, gomma e setole. Dopodiché, al genitore non resta altro che lasciare spazio alla libera esplorazione e all’iniziativa del piccolo senza intervenire direttamente nel gioco, se non rinnovando il contenuto del cestino e controllando che gli oggetti siano sempre in buono stato. Come per qualsiasi nuova esperienza, nel bimbo convivranno curiosità e stupore, ma anche dubbi e incertezze, che sarà necessario dissipare con un atteggiamento interessato da parte dell’adulto, il cui ruolo deve essere di rassicurazione emotiva e supporto alla sua esperienza di apprendimento positivo.

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Barbara Franco, autrice e ideatrice di QUID+, la linea educativa di Gribaudo – Gruppo Feltrinelli

Appassionata ed esperta di matematica, cultura ed editoria. La nascita del figlio Pietro la porta ad un’importante decisione, ossia lanciare sul mercato una propria linea editoriale dedicata ai bambini 0-7 anni per condividere la sua esperienza e ricerca in campo pedagogico con altre mamme come lei: libri, scatole gioco, activity book, ma anche collane studiate appositamente per fornire ai genitori e ai loro figli strumenti educativi per vivere tempo di qualità insieme, apprendendo con divertimento, e crescere insieme giorno dopo giorno.

L’ESPLORAZIONE SPONTANEA NEL GIOCO: UN’OCCASIONE DI SCOPERTA E APPRENDIMENTO PER I BAMBINI

Articolo a cura di Fabio Porporato psicologo, psicomotricista e consulente scientifico QUID+ di “Tocca, esplora e impara”

Buon Compleanno Quid+

Fabio Porporato

Il gioco riveste una grande importanza nel percorso di crescita dei bambini, in quanto momento di libera espressione del loro naturale desiderio di esplorazione. Compiendo esperienze fisiche, emotive ed intellettuali durante il gioco, il bambino infatti si misura con la realtà e impara autonomamente a conoscere il mondo.

Oggigiorno, però, i ritmi frenetici imposti dalla nostra società e le ansie, insicurezze e paure personali dei genitori lasciano poco spazio e libertà di esplorazione ai più piccoli. In particolare in Italia è molto sentito questo bisogno di attaccamento e rassicurazione, che è stato al centro delle ricerche nell’ambito delle scienze e del neuro sviluppo già a partire dalla prima metà del 1900, fino ad arrivare agli studi di John Bowlby, psicologo, medico e psicoanalista britannico. Attualmente, questo concetto viene ricondotto alla necessità dell’adulto di fornire al proprio figlio un ambiente sicuro, isolato e senza pericoli. In ottica pedagogica, pediatri ed educatori come Emmi Pikler e Maria Montessori hanno dedicato i loro studi allo sviluppo del bambino, confermando quanto sia importante l’autonomia per l’apprendimento, perché è attraverso un approccio al gioco spontaneo e libero che il piccolo impara a conoscere sé stesso, si esprime rivelando la sua vera natura emotiva e scopre le sue capacità intellettive.

Essere libero di esprimersi significa giocare senza vincoli, schemi e regole imposte dal genitore, ma esistono alcuni giochi dei bambini che i genitori proprio non riescono a comprendere, basti pensare a contesti quali il campeggio o semplicemente a ciò che accade al parco giochi. Per esempio, andare sullo scivolo al contrario, salendo dalla parte che si reputa sbagliata, è un’azione che viene spesso compiuta dai piccoli e rimproverata dai grandi. L’errore, però, sta proprio nell’ammonizione senza essersi domandati prima il motivo di quel divieto e aver considerato l’effettiva pericolosità di quella attività. Infatti, scalare sulla parte inclinata dello scivolo, oltre ad essere un’esperienza ricchissima dal punto di vista senso-motorio, ha una serie di significati più profondi ai quali si può e si deve lasciare libertà di espressione: fare di testa propria, fare un’esperienza al contrario, mettersi in gioco in maniera diversa dalle aspettative dei grandi e sfidare i propri limiti. In cima allo scivolo al contrario c’è la libertà di giocare ma anche il rispetto per gli altri, l’avventura ed il coraggio. La cosa più preoccupante del pensiero degli adulti è questa rigidità galoppante, e un po’ paradossale, che vuole idealmente tutti i bimbi speciali, unici e originali, ma li spinge all’omologazione e al pensiero unico fin da piccolissimi in quello che dovrebbe essere il loro regno, quello del gioco: un mondo in cui i grandi dovrebbero entrare in punta di piedi con la curiosità di chi prova a capire e la delicatezza di chi non sa più pensare come loro. Anche gli adulti dovrebbero provare ogni tanto a salire lo scivolo al contrario: si renderebbero forse conto che cambiare sguardo e prospettiva può essere rischioso, ma permette di aprire le porte a nuove ed esaltanti scoperte.

In che modo può quindi il genitore lasciare più libertà di esplorazione al proprio figlio senza preoccuparsi? Sono 5 i consigli da considerare per aprire la propria mente e dare il giusto supporto al bambino nel momento del gioco, senza risultare onnipresenti.

  1. Non farsi bloccare dalle proprie paure:
    bisogna capire se i pensieri, le ansie e le preoccupazioni da cui scaturisce la propria paura sono fondate, poiché in molti casi limitano la libertà del piccolo nell’esplorazione senza una reale motivazione;
  2. tenere conto dell’imprevedibilità del bambino:
    preparare uno spazio adeguato al gioco, sicuro ma non limitante, interessante e coinvolgente in cui il bambino sia libero di muoversi ed esplorare il mondo;
  3. non costringere il piccolo a fare cose di cui non si sente pronto:
    spingere il bambino a compiere azioni quando non si sente ancora pronto, rischia di creargli ansia, insicurezze e paure personali, ovvero l’esatto contrario del risultato desiderato dal genitore;
  4. osservare attentamente il bambino prima di agire in qualsiasi contesto: l’osservazione del proprio piccolo è fondamentale per conoscere e capire quali sono le sue azioni abituali e quanta libertà di esplorazione è possibile concedergli;
  5. avere fiducia nei propri figli:

lasciare un filo di “assenza” perché il genitore non deve essere costretto a giocare sempre con i propri figli, è importante anche che si rapportino con altri bambini della loro età e sviluppino una propria autonomia, imparando a stare da soli e a non andare in crisi.

Fabio Porporato – psicologo, psicomotricista e consulente scientifico QUID+

Appassionato dell’intreccio tra corpo, mente ed emozioni, in particolare del mondo dei più piccoli che desidera raccontare ai grandi. È papà di Pietro e Adele. Si occupa della creazione di percorsi di Pratica Psicomotoria in piccoli gruppi in Nidi e Scuole d’Infanzia di Torino, oltre che di formazione, supervisione e coordinamento pedagogico con gli adulti. Infine, collabora con Oplà, spazio di Psicomotricità e sostegno alla crescita ed è co-fondatore di PiCo, piattaforma di formazione continua in Psicomotricità.

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QUID+ è la linea editoriale a marchio Gribaudo – Idee Editoriali Feltrinelli dedicata al tempo di qualità di genitori e figli rivolta ai bambini da 0 a 7 anni. Il progetto QUID+ nasce dall’intuizione di Barbara Franco, manager, ma soprattutto “cuore di mamma”, con l’obiettivo di fornire una maggior consapevolezza a genitori ed educatori sulle potenzialità di apprendimento del bambino, per aiutarlo ad esprimere al meglio le proprie abilità tramite il gioco e il divertimento. Alla base di tutte le attività e i giochi proposti c’è la consapevolezza di quanto sia importante per il bambino coltivare una relazione intima e profonda con l’adulto.  www.quid-plus.com

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