HPV e tumore del collo dell’utero: all’Istituto dei Tumori di Milano

HPV e tumore del collo dell’utero: all’Istituto dei Tumori di Milano due giornate gratuite di prevenzione aperte a tutti

HPV e tumore del collo dell’utero

Con e senza prenotazione: il 22 e il 23 aprile, in occasione della Giornata Mondiale della Salute della Donna, via a vaccinazioni e screening, dove è nata l’oncologia italiana

In occasione della Giornata Mondiale della Salute della Donna, la Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano apre le porte alla cittadinanza con un doppio appuntamento gratuito: vaccinazioni anti-HPV lunedì 22 aprile e screening per il tumore del collo dell’utero martedì 23 aprile.
Un’iniziativa che mette al centro la salute femminile e rilancia il messaggio chiave della prevenzione oncologica: giocare d’anticipo può salvare la vita.
“La prevenzione in ginecologia oncologica è una delle armi più potenti che abbiamo per salvare vite – sottolinea Francesco Raspagliesi, Direttore dell’Unità di Oncologia Ginecologica della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano –. Promuovere l’accesso gratuito a screening e vaccinazioni significa dare un messaggio chiaro: la tutela della salute delle donne comincia molto prima della diagnosi. Iniziative come queste sono parte integrante della nostra missione clinica e sociale”.
Questo il programma delle due giornate:

HPV e tumore del collo dell’utero

  • 22 aprile: vaccino anti-HPV per giovani adulti e categorie a rischio

Dalle 9.00 alle 15.00 sarà attivo un ambulatorio vaccinale ad accesso libero (Blocco B, piano -1), dove verrà somministrato gratuitamente il vaccino contro l’HPV, il virus responsabile della maggior parte dei tumori della cervice uterina, oltre a neoplasie di testa e collo. La vaccinazione è rivolta agli adulti nati tra il 01/01/1999 e il 04/03/2007, oltre che ai soggetti appartenenti alle categorie di rischio indicate nel Piano Regionale Prevenzione Vaccinale (PRPV) 2024.

  • 23 aprile: screening gratuito per il tumore del collo dell’utero

Dalle 8.30 alle 13.30, nella sede della Ginecologia (Blocco F, piano -1, stanza E), sarà possibile effettuare gratuitamente lo screening per il tumore del collo dell’utero.
Il test, riservato alle donne tra i 30 e i 64 anni, prevede il prelievo di un campione di cellule dal collo dell’utero per identificare la presenza del papilloma virus (HPV DNA test) o alterazioni cellulari precancerose.
Prenotazione obbligatoria al numero: 02 2390 3755.
In occasione della Giornata Mondiale della Salute della Donna, il 22 aprile, gli esperti INT rispondono alle domande chiave su prevenzione, sorveglianza e chirurgia profilattica. Negli ultimi anni la medicina ha fatto grandi passi avanti nella comprensione dei fattori genetici che predispongono allo sviluppo di alcuni tumori, in particolare quelli ginecologici e mammari.

HPV e tumore del collo dell’utero

Le mutazioni dei geni BRCA1 e BRCA2, così come quelle legate alla sindrome di Lynch, rappresentano un importante campanello d’allarme per il rischio di sviluppare tumori ovarici, uterini, colon-rettali e della mammella.
In occasione della Giornata Mondiale della Salute della Donna, l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano coglie l’opportunità per fare chiarezza su questi temi fondamentali per la salute femminile.

CENTRO DI RIFERIMENTO NAZIONALE E INTERNAZIONALE

In questo contesto, la Ginecologia dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano (INT), all’interno della Fondazione IRCCS, si distingue come centro di eccellenza sia a livello nazionale che internazionale per la presa in carico e la gestione personalizzata delle pazienti ad alto rischio eredo-familiare. Abbiamo incontrato alcuni dei professionisti dell’INT per approfondire i temi chiave della prevenzione, diagnosi e trattamento in questo delicato ambito.

  • Dottor Francesco Raspagliesi, esiste uno screening efficace per le pazienti con mutazione BRCA o sindrome di Lynch?

“Purtroppo, attualmente, non esistono programmi di screening realmente efficaci per prevenire i tumori ginecologici nelle donne ad alto rischio genetico, o che presentano una sintomatologia suggestiva. Tuttavia, alla Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori stiamo conducendo uno studio innovativo, chiamato Progetto Eugenia, che mira a identificare la migliore strategia di gestione di queste pazienti. L’obiettivo è comprendere quale approccio – tra controlli clinici, imaging, test del respiro, ed analisi molecolari innovative – sia più efficace per ogni singolo caso. È un progetto ambizioso che potrebbe cambiare il paradigma nella diagnosi precoce del tumore ovarico nelle categorie ad alto rischio.”

HPV e tumore del collo dell’utero

  • Dottoressa Valentina Chiappa, qual è il ruolo dell’ecografia nel monitoraggio delle pazienti BRCA o con sindrome di Lynch?

“L’ecografia transvaginale rappresenta l’esame di imaging di prima scelta nel percorso di sorveglianza di queste pazienti. Nel caso di mutazione BRCA, viene utilizzata per la sorveglianza attiva delle tube e delle ovaie, mentre per le pazienti con sindrome di Lynch è utile anche per monitorare l’endometrio, valutare eventuali anomalie precoci e stabilire la necessità di eventuali indagini più invasive. Questo esame, inserito in un percorso dedicato, ci permette di intervenire tempestivamente e di accompagnare le pazienti in un percorso diagnostico personalizzato e attento.”

HPV e tumore del collo dell’utero

  • Dottor Giorgio Bogani, quale ruolo ha la chirurgia profilattica nella prevenzione?
  • “La chirurgia profilattica può rappresentare una scelta fondamentale per ridurre drasticamente il rischio di sviluppare un tumore in donne con mutazioni genetiche ereditarie. Parliamo di interventi come l’annessectomia, l’isterectomia o la mastectomia preventiva. Tuttavia, la chiave del successo è l’approccio personalizzato: valutiamo insieme alla paziente il momento migliore per intervenire, l’impatto sull’equilibrio ormonale e psicologico e i suoi desideri riproduttivi. Se la comunicazione è chiara e l’approccio è empatico e personalizzato, le donne si sentono soddisfatte e protette, come dimostrano anche i dati del nostro centro.”
    Dottoressa Giulia Bianchi, cosa può dirci del rischio di tumore al seno nelle pazienti BRCA?

“Le donne portatrici di mutazioni BRCA1 o BRCA2 hanno un rischio molto elevato di sviluppare un tumore al seno nell’arco della vita – fino al 70% in alcuni casi. Per questo motivo è fondamentale attivare un percorso di sorveglianza attiva, con ecografia mammaria, mammografia e risonanza magnetica già in giovane età. Inoltre, è importante offrire supporto psicologico e informazione dettagliata sulla possibilità della chirurgia preventiva. Il nostro approccio è sempre centrato sulla persona, con l’obiettivo di garantire protezione e qualità della vita. E lo facciamo integrando competenze oncologiche, genetiche e psicologiche.”

 

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