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Sorridere: il trucco per aprire la strada alla leggerezza!

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Laura Rivolta, psicologa – psicoterapeuta

di Laura Rivolta, psicologa – psicoterapeuta

www.laurarivolta.net

La primavera sta arrivando. Si sente, si vede, si respira: i profumi, i fiori che sbocciano, il canto degli uccelli … tutti segnali di risveglio che invitano a riflettere e agire, ad indossare un nuovo abito mentale. La vera domanda è: “come”? La strada è una: rendere la leggerezza parte di sé, cucirla addosso come fosse il nostro abito preferito.

Il sorriso, in particolare, è il piccolo gesto, l’espressione concreta alla portata di tutti, che consente di  aprire la porta alla leggerezza nella nostra vita.

Capita spesso ai miei pazienti, soprattutto in momenti complessi, di rendersi casualmente conto che chi hanno intorno – nelle amicizie, a casa, nel lavoro – sorride poco o niente e che loro fanno altrettanto. Nella terapia a quel punto il focus viene spostato sui molti motivi che ciascuno può avere per non sorridere, su quanti problemi possono essere elencati per sottrarsi al sorriso.

La verità è che evitare il sorriso ci appesantisce, “addensa” le criticità, raddoppia la sofferenza: a quella legata a “giusti e comprensibili motivi” si somma quella che subiamo impedendoci di sorridere.

Cambiare lo status quo è faticoso, ma come sempre è la consapevolezza a fare la differenza. Sapere che l’assenza di sorriso sul volto “inquina” l’ambiente in cui viviamo deve orientare i nostri comportamenti. Il sorriso migliora le relazioni sociali, genera empatia. Decidere di indossarlo, anche se non siamo nel mood giusto, ci farà stare comunque meglio e avrà un impatto sull’umore di chi ci guarda, che sarà portato a sorridere a propria volta. L’effetto domino è evidente, basta provare.

Il circolo virtuoso ed energetico attivato da questo piccolo ma potente gesto è straordinario.

Il sorriso è potenza, la sua energia rilassa, trasmette serenità, gioia e quiete.

La “magia” che rende il sorriso contagioso è dovuta ai cosiddetti “neuroni a specchio” che ci fanno vivere le stesse emozioni che visualizziamo. Inoltre, praticare il sorriso attiva i neurotrasmettitori, ci fa produrre più serotonina, antidepressivo naturale, e endorfine, l’ormone della felicità.

Meglio sorridere che iniettarsi veleno e tossicità, una verità che possiamo sostenere con forza.

Sorridere nonostante i problemi implementa l’autostima e rappresenta un investimento sulla qualità dell’ambiente in cui viviamo noi e le persone che entrano in contatto con noi.

Lo si capisce, per esempio, quando portiamo con noi le criticità lavorative, tornando a casa in tensione, rabbiosi, per poi indisporci verso chi vive con noi, anche se non ha fatto nulla.

Preservare un’attitudine positiva, investire nei sorrisi, è il primo tassello per risolvere i problemi. Partendo dalla superficie, il sorriso è in grado di penetrare nelle credenze individuali, di plasmarci, infondendo la forza per fare le cose.

3 consigli pratici per imparare a sorridere più spesso (nonostante i problemi).

Consiglio n. 1: guardati intorno, ovunque, e registra come ti senti rispetto ai comportamenti degli altri. Come stai quando al bar il/la barista non dice nemmeno buongiorno? E quando una persona ti viene addosso ma si scusa? E quando un passante in metro o per strada o per le scale ti sorride?

Se qualcosa ha un impatto positivo su di noi, allora ci dobbiamo chiedere: e se lo replicassimo?

Consiglio n. 2: disegnati il sorriso, anche (e soprattutto) se sei triste.

La consapevolezza della “forza” e dei benefici del sorriso, talvolta, non è abbastanza. Cominciare non è facile, soprattutto nelle complessità. Il “trucco” è “forzarsi” a indossare il sorriso, anche se non rispecchia il nostro stato emotivo interiore: ci vedremo meglio, ci renderemo più piacevoli a noi stessi, sorridere diventerà naturale così. Per agevolarvi: trovate un innesto, una parola, un post it sullo schermo, una canzone per aiutarvi a instaurare questa abitudine.

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Consiglio n. 3: traccia una mappa dei sorrisi. Dedica una sezione, a margine della tua agenda, per segnarli. Basterà un asterisco, un simbolo: l’impatto, anche visivo, di veder crescere la “mappa” sarà fortissimo, soprattutto per chi ha maggior fatica con i consigli precedenti. Renderà evidenti i passi fatti nella conquista del sorriso nonostante i problemi, aiutando a controllarli ma anche spronando a proseguire!

Ma come si mantiene il sorriso? Come si ritrova la leggerezza nei periodi drammatici?

Creando rituali, leggeri, preziosi, personalizzabili: qualcosa di speciale, che piace. Individuare rituali di conforto, respiro, pensiero, equivale a dotarsi di piccole piume che alleggeriscono e si contrappongono alla pesantezza della criticità. Ad esempio: fare una passeggiata, concedersi un massaggio, farsi un piccolo dono, praticare sport, gustare un caffè e un cornetto al proprio bar preferito.

Quando tutto sembra troppo complesso, difficile da gestire, quando ci sentiamo sopraffatti dalla vita, ricordiamo sempre che sono i piccoli gesti a salvarci. Iniziare, in qualsiasi modo, anche incompleto, fa la differenza, come ricordarci che investire su noi stessi è sempre una strategia vincente, per il benessere personale e di coloro che abitano la nostra vita.

 

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