“Loving Vincent”, un film dove animazione e pittura si fondono
Premio del Pubblico al Festival d’Annecy 2017, Loving Vincent è uno straordinario film di animazione scritto e diretto da Dorota Kobiela & Hugh Welchman, che non solo rende merito all’opera di Vincent van Gogh, ma anche all’arte del cinema. Sarà nelle sale cinematografiche esclusivamente il 16, 17 e 18 ottobre.
Loving Vincent è il primo lungometraggio interamente dipinto su tela. Realizzato elaborando le tele dipinte da un team di 125 artisti, il film è composto da migliaia di immagini, create nello stile di Vincent van Gogh (1853-1890), da pittori che hanno lavorato per mesi per arrivare a un risultato originale e di enorme impatto. Opera dello studio Breakthru productions -vincitore dell’Oscar per il cortometraggio animato Pierino e il lupo- il film racconta, attraverso 120 quadri e 800 documenti epistolari, la vita dell’artista olandese fino alla morte misteriosa, avvenuta a soli 37 anni e archiviata come caso di suicidio. Le cose andarono davvero in questo modo? Un team d’eccezione ha dato vita a un lungometraggio poetico e seducente che mescola arte, tecnologia e pittura e che sta appassionando ancor prima dell’uscita tanto da aggiudicarsi anche il Premio del Pubblico al Festival d’Annecy.
Il film riporta in vita i dipinti di Vincent van Gogh per raccontare la sua storia eccezionale. Ognuna delle 65.000 inquadrature del film è una pittura a olio, realizzata a mano da 125 artisti esperti di pittura a olio che hanno viaggiato da ogni parte del mondo verso gli studi di Loving Vincent in Polonia e in Grecia per essere parte della produzione.
Nessun altro artista ha attirato più leggende di Vincent van Gogh. Definito come un martire, un satiro lussurioso, un folle, un genio, un fannullone e oscurato dal mito e dal tempo, il vero Vincent viene improvvisamente svelato dalle sue lettere. Vincent stesso ha detto nella sua ultima lettera: “Non possiamo che parlare con i nostri dipinti”. Rispettiamo le sue parole e lasciamo che siano i dipinti a raccontare la storia di Vincent van Gogh.
Loving Vincent è stato in primo luogo un film recitato da attori, e in seguito dipinto a mano inquadratura per inquadratura con la pittura a olio. L’effetto finale è l’interazione tra la performance degli attori che assumono il ruolo dei ritratti di Vincent, e la performance degli animatori dei dipinti, che hanno trasformato questi personaggi in pittura. Loving Vincent ha come protagonisti volti famosi abbinati ai noti dipinti che rappresentano:
- Douglas Booth (Jupiter: il destino dell’universo, Noah) nel ruolo di Armand Roulin
- Eleanor Tomlinson (Poldark, Il cacciatore di giganti) nel ruolo di Adeline Ravoux
- Jerome Flynn (Game of Thrones) nel ruolo del Dottor Gachet (il dipinto che ha detenuto il record di quadro col prezzo più alto per quattordici anni, il periodo di tempo più lungo di sempre)
- Saoirse Ronan (nomination Oscar per Brooklyn e Espiazione) nel ruolo di sua figlia Marguerite Gachet
- Chris O’Dowd (Le amiche della sposa, IT Crowd) è Postman Joseph Roulin
- John Sessions (Filth-Il lercio, Gangs of New York) nel ruolo del fornitore di pittura di Vincent, Pere Tanguy
- Aidan Turner (Poldark, Lo Hobbit) è il Barcaiolo nel dipinto di Vincent, La riva dell’Oise ad Auvers
- Helen McCrory (Harry Potter) nel ruolo di Louise Chevalier, la domestica del Dottor Gachet
- e presenta l’attore di teatro Robert Gulaczyk nel ruolo protagonista del film, Vincent Van Gogh
SINOSSI
Francia, estate 1891. Armand Roulin, inconcludente giovane privo di obiettivi, riceve una lettera da suo padre, Postman Joseph Roulin da portare a mano a Parigi. Deve consegnarla a Théo Van Gogh, fratello del pittore Vincent che si è da poco suicidato. Armand non è per nulla felice di questa missione: è imbarazzato dall’amicizia che legava suo padre e Vincent, un pittore straniero che si è tagliato l’orecchio ed è stato internato in un manicomio locale. Ma a Parigi non c’è alcuna traccia di Théo.
La ricerca continua e conduce Armand da Père Tanguy, commerciante di colori, che gli spiega che Théo è morto poco dopo Vincent, devastato dalla morte del fratello maggiore.
Père racconta del legame tra i due e di come Théo aiutò Vincent a trasformare la sua vita: da un fienile nel distretto minerario di Borinage, in Belgio, in cui lo squattrinato pittore ventottenne viveva con un mucchio di libri e nessuna idea su cosa fare del suo futuro, Théo aveva condotto Vincent a scoprire la nuova atmosfera artistica della Parigi del tempo.
Dopo aver sentito questa storia Armand capisce di aver giudicato in modo sbagliato l’amico di suo padre e vuole assolutamente sapere perché Vincent scelse di uccidersi poco prima dell’arrivo del possibile successo a lungo atteso. Ma Père non ha risposta per questo.
Così Armand si mette in viaggio verso il tranquillo villaggio di Auverse-sur-Oise, un’ora fuori da Parigi, per incontrare il Dottor Paul Gachet, medico di Vincent nelle ultime settimane di vita. Il dottore è via per un paio di giorni e Armand decide di aspettare il suo ritorno facendo la conoscenza degli abitanti del villaggio, ognuno con teorie diverse sul perché Vincent si sia tolto la vita e su chi sia da incolpare. Mentre è ad Auverse-sur-Oise, Armand si ferma all’albergo dei Ravoux, dove Vincent soggiornò per le ultime dieci settimane della sua vita e dove il 29 luglio 1890 morì per un proiettile nell’addome. Qui Armand incontra la figlia del proprietario della locanda, Adeline Ravoux e interroga anche la domestica del dottore, Louise Chevalier, la figlia del dottore, Marguerite e -presso il fiume dove Vincent trascorse i suoi giorni- incontra anche il Barcaiolo che lo conobbe.
Armand ha l’impressione che la verità sia stata occultata e si sente come una pedina nelle molteplici faide del villaggio, ma è determinato a trovare la verità, per suo padre, per il ricordo di Vincent e per se stesso. Una discussione con la polizia locale, un inaspettato incontro con un secondo dottore e il tanto atteso incontro con il lunatico Dottor Gachet lo guidano a inattese e strazianti rivelazioni, ma soprattutto gli fanno capire e apprezzare l’appassionante vita e la straordinaria opera di Vincent van Gogh.
Loving Vincent – Le tecniche della pittura a olio animata
Tutti i personaggi di Loving Vincent sono recitati da attori. Questi attori hanno lavorato sia in set costruiti appositamente per sembrare dipinti di van Gogh, o davanti a green screen dove vengono ricomposti i dipinti di van Gogh, assieme all’animazione generata dal computer, in seguito alla ripresa. La forma d’arte di questo film è differente dalla pittura. La pittura è un momento particolare del tempo, congelato. Il film è fluido, sembra muoversi tra lo spazio e il tempo. Quindi, prima e durante le riprese live, il Painting Design team ha impiegato un anno re-immaginando i quadri di Van Gogh come se fossero un film. Ci sono 94 quadri di Van Gogh che sono caratterizzati da una forma simile a quella originale, e ci sono in più 31 dipinti che sono rappresentati in buona parte o parzialmente (rispetto agli originali).
I dipinti di Vincent hanno diverse forme e misure, così i Design painters hanno dovuto capire come sarebbe stato meglio mostrare questi dipinti dentro la cornice dello schermo cinematografico. Questo ha richiesto di uscire al di fuori delle cornici dei quadri di Vincent, mantenendo nel contempo l’atmosfera e l’ispirazione degli originali di Vincent. Hanno dovuto anche decidere come gestire le “invasioni”, dove un personaggio dipinto con un certo stile entra in contatto con un altro dipinto di Vincent che ha uno stile diverso. Hanno anche dovuto, per lo scopo della storia, cambiare quadri con una luce diurna in quadri con una luce notturna; o quadri che erano fatti in autunno o inverno, sono stati re-immaginati per l’estate, quando si svolge il viaggio del film.
I Character Design Painters si sono specializzati nel re-immaginare i nostri attori come nei famosi ritratti, affinché mantenessero le loro caratteristiche principali e allo stesso tempo assumessero in modo riconoscibile il look e il feeling dei loro personaggi nei dipinti. Sono stati realizzati 377 quadri, dipinti durante il processo di Design Painting.
I Painting animators usano poi il filmato di riferimento, e ci dipingono sopra facendo riferimento allo stile (pennellate, colore, impasto) determinato dal Design Paintings per dipingere il primo frame della loro ripresa su tavola, di dimensioni 67 x 49 cm. Dopo animano la sequenza ridipingendola, abbinandola con le pennellate, il colore e l’impasto del frame precedente, per tutte le parti della sequenza che si muovono. Alla fine vengono lasciati con la pittura dell’ultimo frame della sequenza. Ogni frame è registrato con una fotocamera digitale CanonD20 con la risoluzione di 6k.
I Painting Animators lavorano nelle Painting Animation Work Stations (PAWS) studiate da BreakThru Films nel corso di due anni durante lo sviluppo del progetto. Le PAWS permettono al pittore di focalizzarsi con più attenzione possibile sulla pittura e sull’animazione senza essere preoccupato della luce o della tecnologia, e rendono possibile la coerenza tra le fotografie scattate in 97 PAWS, in tre studi di due nazioni. 24 di queste fotografie in alta risoluzione di 12 frame di pittura, compongono ogni secondo del film. Dopo aver fotografato i frame con le pitture rimane semplicemente la correzione dei tremolii, in quanto le lampade cambiano temperatura durante l’animazione, e alcune correzioni di colore per rendere uniformi le sequenze. Quindi ciò che gli spettatori vedranno, sono 65.000 fotografie in alta risoluzione di pitture a olio vere e proprie.
Loving Vincent è distribuito da Nexo Digital in collaborazione con Adler con i media partner Radio DEEJAY, Sky Arte HD e MYmovies.it nell’ambito del progetto de La Grande Arte al Cinema.
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