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ACQUA: UN DIRITTO UNIVERSALE NEGATO A MOLTI BAMBINI. LE INIZIATIVE DI ACTIONAID

Acqua naturale, acqua minerale, acqua alcalina, acqua povera di sodio, acqua ricca di calcio, acqua essenziale. Poi c’è quella indispensabile: l’acqua potabile che normalmente si dà per scontata e che a migliaia di bambini nel mondo è negata. Un diritto che dovrebbe essere tale ed invece è disatteso e che rientra in quello più ampio, e purtroppo altrettanto disatteso, alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo del bambino sancito dall’articolo 6 della Convenzione sui diritti dell’infanzia approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989. Sono trascorsi ben ventinove anni da quando è stato scritto a chiare lettere dall’ONU che: “gli Stati membri riconoscono che ogni fanciullo ha un diritto inerente alla vita. Inoltre: “ gli Stati membri assicurano in tutta la misura del possibile la sopravvivenza e lo sviluppo del fanciullo”.ActionAid Gud

Un impegno sulla carta che purtroppo è insufficiente: basti pensare che è impossibile per molti bimbi anche solo crescere, diventare adulti. Soprattutto nell’Asia del Sud dove la mortalità neonatale raggiunge il 39 per cento e nell’Africa subsahariana dove la situazione  è quasi simile: scende solo di un punto di percentuale. Il 38 %  è un freddo dato statistico che, se tradotto in immagini, fa male al cuore in quanto significa che 38 neonati su cento non sono destinati a sopravvivere. Ed in varie parti del mondo non tutti quelli che ce la fanno vivono  a lungo. Come emerge dal rapporto“Levels and Trends in Child Mortality 2017”  reso noto dall’ UNICEF, dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, dalla Divisione per la Popolazione delle Nazioni Unite (UNDESA) e dalla Banca Mondiale, ogni giorno nel mondo muoiono 15.000 bambini sotto i 5 anni e, nel 46% dei casi (ossia per circa 7.000) il decesso avviene entro i primi 28 giorni dalla nascita. Tra le cause principali ci sono patologie che altrove sarebbero curabili quali polmoniti e diarrea. Quest’ultima spesso provocata dall’ingestione di acqua non potabile. Una sorta di veleno dal quale è impossibile tenersi lontani per chi muore di sete. E non per modo di dire. Pozze di acqua stagnante e infetta possono sovente essere l’unico approvvigionamento ed attrarre bambini ignari del pericolo.  Purtroppo anche se l’acqua è indispensabile a qualsiasi età, a maggior rischio disidratazione sono i più piccoli. E l’infanzia in certe parti del mondo è una lotta continua per la sopravvivenza, i più grandicelli insieme alle donne devono viaggiare per chilometri alla ricerca d’acqua. Una ricerca che il più delle volte porta a pozze di acqua contaminata.ActionAid Gud

Lo sa bene ActionAid che ha realizzato una storia illustrata in collaborazione con il fumettista Gud e che da tempo si occupa concretamente di diversi progetti per garantire il diritto all’acqua potabile, soprattutto per i bambini che abitano nei Paesi più poveri del Mondo.

L’emergenza idrica è un problema che appare non solo irrisolvibile ma di perenne attualità. Tra poco più di un mese se ne tornerà a parlare e sarà al centro dell’attenzione a qualunque latitudine. Il 22 marzo 2018 é prevista, infatti, la Giornata Mondiale dell’acqua.  Un appuntamento annuale istituito dalle Nazioni Unite nel 1993, risultato della Conferenza di Rio, che si ripete puntualmente da ormai un quarto di secolo. E che censisce una situazione davvero drammatica: un miliardo di persone al mondo non ha accesso all’acqua potabile e circa 2 miliardi consumano acque reflue per abbeverarsi e prepararsi il cibo. Acque malsane che associate a pessime condizioni igieniche, secondo recenti indagini, mietono circa 842.000 vittime all’anno. Una strage dovuta al fatto che nella maggior parte dei Paesi in via di sviluppo mancano le infrastrutture idonee a trattare adeguatamente le acque reflue.  Quindi, tutte le acque saranno al centro dell’edizione 2018 il cui tema è “Nature for Water”. L’idea é quella di impiegare le risorse che si trovano in natura al fine di ridurre le inondazioni, la siccità e l’inquinamento idrico. Si tratta, insomma, di prendere coscienza che i danni all’ambiente ed i mutamenti di clima provocano sempre più crisi idriche depauperando le risorse di acqua potabile. A farne le spese sono le riserve d’acqua dolce con un impoverimento non solo dei laghi, dei fiumi e del suolo. L’obiettivo è d’intervenire, salvaguardandolo, sul ciclo naturale dell’acqua, risorsa rinnovabile ma che va protetta. E tutti si devono impegnare ad un uso responsabile delle fonti idriche. Perché non sono inesauribili e l’acqua potabile è poca. Soltanto il 2,5 per cento su un totale di 1.390 milioni di km cubici. La maggior parte, il 97.5%, è costituita dall’ acqua salata di mari e oceani e togliendo l’acqua dei ghiacciai si scende pertanto a soli 93.000 km cubici. E come se non bastasse nel secolo scorso il consumo d’acqua potabile mondiale ha raggiunto i 2.100 Km cubici. Un consumo che, naturalmente, non è uguale per tutti. Attualmente a beneficiarne maggiormente sono gli Stati Uniti se si considera che un Americano consuma 1.280 metri cubi all’anno mentre un Europeo circa la metà, ossia 700 metri cubi. Infine, la quota d’acqua si prosciuga in misura spaventosa quando si va a vedere quanta ne può consumare un Africano: solo 185 metri cubi.ActionAid

Per fornire un concreto aiuto, tramite ActionAid Italia è possibile adottare a distanza un bambino garantendogli cure mediche, cibo e acqua per poter diventare grandi; l’istruzione e attività ricreative per poter crescere nelle loro comunità e nel rispetto della loro cultura.

 

A cura di Pietro Cobor

 

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