Le relazioni a distanza funzionano?

Le relazioni a distanza funzionano?

Le relazioni a distanza funzionano?

Laura Rivolta, psicologa – psicoterapeuta

di Laura Rivolta, sessuologa psicologa psicoterapeuta

www.laurarivolta.it

Prima dell’avvento della tecnologia le relazioni a distanza erano ad alto rischio rottura, determinando una sorta di progressiva estraneità tra i partner, sino all’epilogo negativo.

Molti innamorati – e non – sono convinti che l’amore, come qualsiasi altra forma di relazione umana, trovi nella vicinanza, nel contatto e nella quotidianità il proprio nutrimento, la sua linfa.

Le relazioni a distanza funzionano?

Oggi questa prospettiva pare cambiata. Le coppie a distanza sono in costante crescita, complici mille fattori, di natura lavorativa, sociale, ma anche per le occasioni di incontro che portano alla nascita di una nuova relazione.

Le relazioni a distanza funzionano?

Le piattaforme virtuali favoriscono molteplici opportunità di conoscenza e di “costruzione” di legami. Applicazioni per videochiamate, messagistica vocale o persino video-vocale, fino alle classiche chiamate fiume, oggi a costo irrisorio, permettono di coltivare e mantenere una connessione, di condividere emozioni e momenti importanti, anche tra continenti differenti.

Le relazioni a distanza funzionano?

I sensi preposti a preservare la “longevità” amorosa – ovvero la vista e l’udito – vengono così coinvolti, consentendoci di sentirci molto vicini, nonostante la grande distanza effettiva.

Le relazioni a distanza funzionano?

Al giorno d’oggi moltissime coppie vivono ogni giorno felicemente amori a distanza, facendo durare nel tempo la piena intensità affettiva e amorosa della relazione. L’incontro, al netto del luogo, virtuale o non, in cui avviene, diventa un tempo prezioso, unico e colmo di gioia.

Studi recenti hanno confermato che  la vicinanza non è indicatore certo e assoluto di benessere nella relazione. Ci sono coppie che nella quotidianità del vedersi perdono la propria indipendenza, sperimentano noia o dipendenza funzionale.

Per alcuni  la convivenza  si trasforma da libera scelta in abitudine, fino a trasformarsi in fattore che impedisce di decidere altro per sé stessi.

La lontananza, quindi, diventa un concetto relativo: paradossalmente può essere maggiore tra partner che vivono sotto lo stesso tetto rispetto a chi vive a chilometri di distanza.

Come psicoterapeuta posso affermare che le “distanze psicologiche e affettive” spesso generano fratture e incomprensioni maggiori delle distanze fisiche e geografiche.  

Ovviamente non tutti possono vivere un rapporto sentimentale a distanza. Tra le persone meno predisposte a questo tipo di relazione rientrano le persone fortemente insicure o iper-controllanti.

La distanza presuppone che entrambi i partner siano persone sicure, con un buon gradiente di autonomia personale, tale da potersi fidare l’uno dell’altro in una prospettiva di rispetto reciproco.

Si tratta di coppie che scelgono o vivono un rapporto a distanza con impegno, serietà e sentimento, da non confondere quindi con chi predilige la distanza per avere la libertà di vivere altre storie o come forma di fuga da intimità profonde di cui ha paura.

Inoltre, la distanza richiede di avere una capacità di narrativa emotiva, ovvero di saper comunicare quello che ciascuno vive a distanza, ciò che può creare fastidi, dubbi, pensieri negativi.

Il dialogo costruttivo e fecondo è un ingrediente fondamentale per vivere una relazione a distanza, al pari della capacità di gestirsi al meglio in caso di forte desiderio di contatto fisico, un bisogno comprensibile ma che la distanza impedisce di compiere.

Il contributo tecnologico al giorno d’oggi è comunque  straordinario, le coppie a distanza possono creare un contatto magico, ancor più se capaci di dare valore alla vista e all’udito, canali di senso importantissimi anche nell’erotismo, dove l’attesa accresce sempre il desiderio e la passione.

Chiaramente ci sono età nelle quali la distanza funziona meglio, le coppie giovanissime e le più mature sono favorite, essendo capaci di trovare  soluzioni e modalità di gestione.

Elasticità e creatività, ma soprattutto la maturità emotiva, creano una sorta di equilibrio funzionale.

La distanza spesso è una condizione temporanea o vissuta come tale. Il periodo, più o meno lungo, che la coppia vive in questa condizione può essere anche un’opportunità per mettersi alla prova, dando modo ad ognuno dei partner di crescere individualmente ed emotivamente.

Ovviamente la criticità subentra quando la coppia decide un progetto di genitorialità.

Ma sapere che le scelte possono sempre essere rinegoziate rappresenta una grande sicurezza reciproca.

DECALOGO PER FAR FUNZIONARE UNA RELAZIONE A DISTANZA

  • Per accettare di vivere un rapporto a distanza è necessario avere un buon gradiente di autonomia e indipendenza
  • È importante placare la gelosia ed evitare qualsiasi forma di controllo sul partner: la fiducia reciproca è un pilastro fondamentale
  • Godere della gioia di rincontrarsi, vivendo appieno il tempo che si trascorre assieme, facendo migliorare la qualità del tempo trascorso assieme
  • Evitare la trappola di riempire i momenti insieme con tutte le cose che normalmente una coppia che convive fa: il troppo stroppia e distrae, non unisce
  • Condividere esperienze anche a distanza (vedere lo stesso film, leggere lo stesso libro): aiuta a stare vicini e rafforza il legame
  • Ricordarsi sempre che una coppia sana ha anche bisogno di discutere e litigare: non evitate di farlo solo perché il tempo insieme è poco ma privilegiate lo scambio orale e contestuale a quello scritto e differito
  • Fate in modo che la distanza alimenti la passione, impegnandovi a mantenere vivo il desiderio erotico reciproco
  • Coltivate una routine di dialogo per evitare l’effetto di “sentirvi estranei”
  • Dedicate sempre un tempo per raccontarvi le emozioni speciali, grandi o piccole che siano, della vostra quotidianità per costruire una intimità che ognuno potrà conservare nella giornata
  • Costruire network amicali e interessi personali per contrastare quei momenti di fisiologica solitudine dovuti all’assenza del partner.

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